Nemmeno il tempo di riprendersi dallo shock Tari e mini-Imu, che gli italiani devono affrontare una nuova battaglia, quella del pagamento dell’acconto del 50% della nuova Tasi dovuta per il 2014.
Secondo un’indagine condotta dall’Agefis (Associazione Geometri Fiscalisti) sono stati oltre 7.400 i Comuni che tra maggio e settembre hanno stabilito le aliquote per Tasi, Tari e Imu, cioè il 92% del totale nazionale, di cui 108 su 110 capoluoghi di provincia. Niente bollettini precompilati, però, per le oltre 15 milioni di persone coinvolte (tra proprietari e inquilini), che quindi dovranno farsi i conteggi da sole, dribblando la moltitudine di aliquote e possibili detrazioni.
Per chiarezza ricordiamo che nei Comuni che avevano già deliberato le aliquote Tasi 2014 entro maggio (come a Napoli dove è stata deliberata l’aliquota del 3,3 per mille), la prima rata è stata pagata il 16 giugno e la seconda andrà saldata entro il 16 dicembre. In quei Comuni che hanno invece deliberato dopo il 31 maggio ma entro il 10 settembre, la prima rata della tassa si pagherà il 16 ottobre e il saldo avverrà il 16 dicembre, mentre per quei pochi Comuni ritardatari che sono andati oltre la scadenza prevista per settembre si pagherà in un’unica soluzione il 16 dicembre.
Ricordiamo che la Tasi, il nuovo tributo sui servizi comunali indivisibili quali ad esempio illuminazione pubblica, sicurezza e manutenzione stradale andrà pagata non solo dal proprietario dell’immobile, ma anche dall’inquilino che lo occupa. Come si calcola? Mediante una proporzione stabilita in modo diverso dai Comuni. In pratica si verifica nella media una situazione che vede il padrone di casa accollarsi il 70% dell’imposta e l’affittuario il restante 30%, ma ci sono deroghe alla regola generale che tiene conto delle decisioni comunali (ad esempio a Roma è il 20% e a Milano il 10%). Il pagamento dell’inquilino è dovuto solo nel caso in cui il contratto abbia una durata superiore ai sei mesi nel corso dello stesso anno solare, mentre nulla è dovuto se l’importo è inferiore ai 16 euro. L’aliquota media della Tasi è pari all’1,31 per mille ma si arriva fino ad un massimo per la prima casa del 3,3 per mille e dell’11,4 per mille per le seconde case. In una città su due, la nuova Tasi riguarderà anche gli immobili diversi dall’abitazione principale aggiungendosi all’Imu su immobili locati, i fabbricati produttivi, le aree edificabili e gli edifici rurali strumentali.
Sempre come per l’Imu, anche per la Tasi ogni contribuente deve effettuare il calcolo considerando gli immobili posseduti e la loro destinazione d’uso. Sono previste delle detrazioni in funzione ad esempio del reddito catastale, dei metri quadri, della presenza dei figli, del numero degli occupanti, del quartiere di residenza, del reddito e altro ancora.É possibile consultare sul sito web dell’Agefis l’elenco definitivo di delibere e aliquote approvate da ogni singolo Comune, con tanto di codici catastali da impiegare per il pagamento con il modello F24.