Da sempre cantare è un toccasana per l’umore, coinvolge l’individuo emotivamente, smuove le sue passioni più intime e non solo. Sembra, infatti, che una serie di movimenti del corpo, legati all’attività del canto, generi dei significativi miglioramenti della sfera immunitaria e cognitiva dell’uomo.
Uno studio britannico condotto dai ricercatori del Tenovus Cancer Care e del Royal College of Music ha dimostrato i collegamenti fra il cantare e il miglioramento delle difese immunitarie dell’organismo. Durante gli esperimenti, sono stati analizzati i campioni di saliva di 193 coristi dopo un’esecuzione canora e, sorprendentemente, i risultati hanno dimostrato una diminuzione dei livelli di cortisolo e quantità enormi di citochine infiammatorie nel liquido. Questi risultati dimostrerebbero che a giovare dell’attività canora sia non solo il sistema immunitario ma anche l’umore, condizionato direttamente da bassi livelli di infiammazione nell’organismo.
Cantare, inoltre, allevia lo stress favorendo uno stato di relax e buon umore nel cantante, ciò poiché richiede un’attività di respirazione regolare e controllata che agisce direttamente sul nervo vago anch’esso capace di influenzare l’umore individuale. Brani con una certa melodia con ad esempio frasi molto lunghe da cantare, ottengono gli stessi benefici dello yoga, pratica rilassante per eccellenza.
Oltre a questi benefici ne esistono di altri molto più importanti riguardanti ad esempio il miglioramento della mimica facciale, specie nei pazienti affetti dalla sindrome di Parkinson che soffrono della cosiddetta “Poker Face”. Si tratta di pazienti che diventano col tempo, purtroppo, inespressivi, ciò, ostacola notevolmente la comunicazione interpersonale e la diffusione delle emozioni individuali. A tal proposito, i ricercatori dello Science of Music, Auditory Research and Technology Smart Lab della Ryerson University a Toronto, in collaborazione con la Royal Conservatory of Music, hanno dimostrato come cantando insieme in coro questi pazienti abbiano ottenuto significativi miglioramenti relativi alla mimica facciale, effetti, che possono durare anche un paio di mesi.
Secondo uno studio dell’Università del West of England a Bristol, cantare contribuisce, inoltre, ad attenuare gli effetti relativi all’isolamento sociale di alcuni pazienti affetti da particolari malattie. Nel caso dei pazienti afasici, ad esempio, cantare riesce a migliorare il processo di integrazione e socializzazione, queste persone, in effetti, pur presentando problemi nel parlare, molto spesso riescono tranquillamente a praticare l’attività di canto.
I benefici della musica sono innumerevoli, in molte strutture mediche in effetti si pratica la cosiddetta musicoterapia, è certo che il campo è ancora da esplorare ma sono tanti e sempre maggiori gli studi in materia.
E’ stato dimostrato, infatti, che i musicisti nell’invecchiare, rischiano una minore degradazione del sistema uditivo e, anche da anziani, riescono a individuare bene voci e suoni in ambienti rumorosi, grazie all’allenamento musicale quotidiano. Ma non solo. L’educazione musicale e la pratica del canto è utile anche ai soggetti con scarso udito. Ci sono degli studi preliminari condotti da alcuni ricercatori canadesi che dimostrano che solo dopo circa 10 mesi di canto, nel pazienti con problemi di udito si sono avuti miglioramenti relativi alle capacità di scandire una conversazione in ambienti rumorosi e nell’individuare le altezze dei suoni.
Sembrerebbe, inoltre, che anche la memoria riesca a giovare dei benefici del canto. Cantando è possibile ostacolare il decadimento cognitivo come ha dimostrato un gruppo di ricercatori del Cognitive Brain Research Unit dell’Institute of Behavioural Sciences e del Finnish Centre of Interdisciplinary Music Research dell’Università di Helsinki. I ricercatori hanno sottoposto 89 pazienti a sessioni di canto e di ascolto musicale per circa 10 settimane. La pratica ha generato significativi miglioramenti circa la memoria di lavoro, le funzioni esecutive e l’orientamento.
Cantare si, ma meglio in un’altra lingua. Se cantare favorisce i processi cognitivi, farlo in un’altra lingua è meglio specialmente per i più piccoli. Lo ha dimostrato uno studio della University of Western Ontario in Canada che hanno chiesto a un gruppo di bambini equadoregni di imparare un brano in inglese e poi esporlo o come canzonetta o come poema orale. La ricerca ha dimostrato come chi lo avesse imparato cantando ricordasse più parole rispetto agli altri bambini.
Cosa aggiungere, dunque, cantare fa bene alla salute? Allora che si canti!