Si è tenuto presso l’Accademia nazionale dei Lincei il convegno ‘Cannabis and Cannabinoids: history, uses, and socio-economical implications of a controversial plant’ con circa 50 partecipanti oltre ai 7 relatori e ai membri del comitato ordinatore. Ciascuna relazione è stata molto apprezzata dall’audience, che ha rivolto ai relatori numerose domande.
Nell’ultimo decennio la parola “cannabis” è stata tra le più menzionate sui giornali, riviste e pubblicazioni generaliste. Ciò non è però dovuto all’aumento del consumo “ricreativo” dei preparati ricavati dalle infiorescenze di questa pianta (la più nota delle quali è la marijuana), che resta abbastanza stabile benché queste preparazioni costituiscano la droga più diffusa tra la popolazione giovanile nei paesi occidentali. La causa della rinnovata celebrità della cannabis è invece legata sia al crescente dibattito sull’opportunità di legalizzare l’uso terapeutico di tali preparati – come sta già accadendo in molti stati degli Stati Uniti e dei paesi del mondo, ma anche in alcune regioni italiane – sia alla legalizzazione del suo uso “ricreativo”, come è avvenuto in alcuni paesi (ad es. nei Paesi Bassi, in Uruguay e più recentemente in Canada), assimilandola così a sostanze per le quali vi è ugualmente il rischio di potenziale abuso, come il tabacco e l’alcool.
In questo contesto, botanici, chimici, farmacologi e sociologi stigmatizzano il fatto che raramente informazioni precise e dettagliate su ciò che realmente è la cannabis e quali siano i suoi effetti raggiungono il grande pubblico, e talvolta anche gli organi legislativi. Tale circostanza fa sì che si determinino posizioni fortemente “polarizzate”, che descrivono i preparati derivati da questa pianta alternativamente come una panacea per qualsiasi malattia, ovvero come fonte di enorme rischio per i suoi consumatori. Queste posizioni sono spesso “supportate” da notizie, talvolta “fake news”, che poi diventano facilmente di pubblico dominio sui social media.
Inoltre, viene spesso ignorato che la pianta ha, storicamente, molti altri impieghi e che oggi si profilano anche nuove opportunità per il suo sfruttamento in campo industriale nei settori dell’ingegneria, della biotecnologia e dell’agricoltura. La conferenza mira a fornire informazioni accurate e ad aprire un forum di discussione sull’uso passato e presente di questa pianta millenaria e sulle sue implicazioni mediche e socio-economiche, compresa la possibilità di produrre cannabinoidi su vasta scala in microorganismi (ad es. lieviti) bioingegnerizzati.
Tra i partecipanti, Vincenzo Di Marzo, Linceo e dirigente di ricerca del Cnr presso l’Istituto di Chimica Biomolecolare, Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Jacopo Meldolesi, Linceo e professore emerito dell’Università ‘Vita-Salute San Raffaele’ di Milano.