Il cancro al seno è la prima causa di mortalità per tumore nelle donne e in media colpisce una donna su otto: per questo, il ruolo dei medici è fondamentale nel sensibilizzare e sollecitare le pazienti ad effettuare controlli periodici che possono rivelarsi degli autentici salvavita. Per la diagnosi rapida di sospetti tumori del seno serve un team multidisciplinare in un’unica struttura, senza la necessità di passare intere settimane o mesi a girare per ospedali, cliniche e laboratori: questa la rivoluzione alla base dell’One Stop Approach. «È un’iniziativa importantissima perché in un solo giorno la donna può fare tutti gli accertamenti ed avere tutte le risposte», sottolinea uno degli autorevoli relatori del corso, il professor Giuseppe Petrella, oncologo e docente ordinario di Chirurgia Generale presso l’Università Tor Vergata di Roma. «Con questo protocollo – spiega il professor Petrella – nella stessa giornata la donna può fare l’ecografia, la mammografia, la risonanza della mammella, l’esame citologico e sapere non solo che cos’ha ma soprattutto che cosa deve fare».
Il primo consiglio salvavita dell’oncologo riguarda, ovviamente, la prevenzione: «Oggi con le mammografie ad alta definizione siamo in grado di individuare carcinomi anche di 3-4 millimetri e questo significa che con interventi veramente limitati si può guarire. Il messaggio che noi medici dobbiamo inviare alle donne – prosegue Petrella – è che il tumore alla mammella è uno dei pochi per i quali c’è la guarigione definitiva, ma questa guarigione c’è se viene fatta la diagnosi precoce».
Sui fattori di rischio per il cancro al seno, il professor Petrella sottolinea: «L’alimentazione sicuramente incide, infatti nelle donne obese è più frequente il tumore alla mammella. Anche coloro che hanno abusato della pillola anticoncezionale e degli estrogeni sono a rischio, c’è un’alta percentuale di donne, soprattutto in post-menopausa, con carcinoma mammario ormono-responsivo».
Ma quali sono i possibili campanelli d’allarme della presenza di un cancro al seno? «Il primo segnale ovviamente è la presenza di un nodulo alla mammella – spiega l’oncologo – ma occorre prestare attenzione anche ai cavi ascellari: persino i cancri piccoli possono dare subito metastasi alle linfoghiandole dell’ascella. In caso di carcinomi avanzati, la donna può avvertire senso di spossatezza e registrare un calo di peso».
Il corso del provider ECM 2506 Sanità in-Formazione in collaborazione con Artemisia Onlus, “Patologia mammaria: prevenzione, diagnosi e terapia”, ha come responsabile scientifico la dottoressa Maria Luisa Santoro, biologo specializzato in patologia generale. È articolato in 13 lezioni caratterizzate dalla partecipazione di numerosi luminari. Al termine delle lezioni è previsto un questionario che accerta la comprensione dei contenuti e assegna 8 crediti formativi ECM.
“La storia di Francesca”, si aggiunge all’ampio catalogo di Film Formazione offerti dal provider ECM 2506 Sanità in-Formazione: una lista di produzioni che hanno già riscosso enorme successo tra i camici bianchi grazie a film selezionati in prestigiosi festival cinematografici.