Dopo che la richiesta di Salvini di cancellare il coprifuoco in tutta Italia era stata respinta, poiché la sua rimozione avrebbe portato a conseguenze gravissime al Paese ancora alle prese con la pandemia, il leader della Lega ci ha riprovato proponendo una piccola modifica: lo slittamento dell’orario d’inizio dalle 22 alle 23. Anche questa proposta è stata respinta. Nella serata di ieri il governo Draghi ha firmato il decreto sulle riaperture dopo un lungo e difficile confronto con le regioni e con la Lega. Anche se più che di confronto bisognerebbe parlare di un braccio di ferro tra le forze al governo: una sorta di lotteria dove si “chiamano” i numeri del gioco del lotto: 22, 23, 60%, 75%.
La scuola
Il ministro dell’Istruzione aveva annunciato il rientro in classe al 100% poi dopo un confronto con le regioni si è scesi, in alcuni casi al 60% e al 75%. Ma i numeri, quelli veri, per riaprire in sicurezza la scuola ce l’ha? La vaccinazione del personale scolastico non solo non è stata completata ma anche sospesa dalle nuove direttive che danno la priorità esclusiva all’età. Le strutture scolastiche in questi mesi non hanno subito alcun riadattamento per garantire maggiore spazio alle cosiddette classi pollaio. Se nelle prime fasi della pandemia, era consigliata la distanza di un metro tra le persone, ora, con le varianti in circolazione, si raccomanda un distanziamento di due metri. I trasporti pubblici locali sono stati potenziati abbastanza?
Cancellare il coprifuoco in Italia: quanto è opportuna la richiesta
Veniamo alla riapertura di bar e ristoranti. La proposta di slittare l’inizio del coprifuoco dalle 22 alle 23 nasceva da una volontà di avvantaggiare questo settore da lunedì attivo anche a cena. Dal 1° giugno, inoltre, potranno riaprire anche i locali al chiuso (altra battaglia portata avanti dal Carroccio). La riapertura al pubblico di bar e ristoranti, è bene ricordarlo, rappresenta un altro grosso rischio non fosse altro che per bere un caffè o mangiare una pizza bisogna necessariamente abbassare la mascherina. Dettaglio al quale nessuno sembra dare una doverosa riflessione: molto più facile cavalcare il disagio di una categoria che sente di aver pagato il tributo più alto durante la pandemia. Tanto c’è il buonsenso degli italiani.
Il rischio ragionato
E’ questo il rischio ragionato di cui si parla riguardo le aperture? Mettere, cioè, sui due piatti della bilancia la possibilità di contagiarsi e la prospettiva di una serata in compagnia? Lo spinoso dilemma attanaglia la mente degli italiani già da mesi ma se finora la seconda ipotesi era stata scelta in barba alle restrizioni, ora la scelta sarà autorizzata. Non continuiamo a dire che tutto dipenderà dal buonsenso degli italiani: non si può offrire una possibilità a una persona con l’intento che non la colga. Il programma di riaperture graduali appena varato si trasformerà presto in un tana liberi tutti e, quando il rilassamento avrà nuovamente prodotto numeri altissimi tra contagi e morti, la responsabilità sarà di coloro ai quali è stata concessa la libertà e se ne sono serviti.
In copertina foto di Anja?#helpinghands #solidarity#stays healthy? da Pixabay