486 decessi in cinque giorni, migliaia di telefonate al pronto soccorso, un villaggio distrutto: è questo il pesante bilancio dell’ondata di caldo record che da quasi una settimana sta stringendo nella sua morsa il Canada. Un’emergenza, legata al cambiamento climatico, iniziata nella zona occidentale del Paese e che ora rischia di coinvolgere anche il versante orientale e di raggiungere gli Stati Uniti.
Un villaggio cancellato
Sono bastati quindici minuti per distruggere Lytton, il villaggio della Columbia Britannica a 260 chilometri a nord-est di Vancouver. Le temperature arrivate a 49,6°, il clima secco e il vento, che ha raggiunto la velocità di 71 km/h, hanno creato un muro di fuoco che ha cancellato il 90% del villaggio. “Non resterà molto” ha detto il sindaco di Lytton Jan Polderman che aveva ordinato ai suoi concittadini di evacuare. La popolazione è stata, infatti, trasferita in centri d’accoglienza allestiti presso le comunità vicine. Il British Columbia è la regione più colpita da questa anomala ondata di caldo (nel giro di 24 ore sono scoppiati altri 64 incendi) e registra il più alto numero di vittime per il caldo: 134 sulle 486 totali. Migliaia, invece, sono state le chiamate al pronto soccorso per malori dovuti sempre al caldo intenso.
Caldo record in Canada: le cause
Questa eccezionale ondata di caldo sarebbe una diretta conseguenza del cambiamento climatico, un processo iniziato molti anni fa e che ora sta presentando il conto. Secondo gli studiosi l’emergenza caldo in Canada sarebbe causato da uno stato di alta pressione, una sorta di cupola che devia le correnti a getto provenienti dal Pacifico. L’aria viene riscaldata dal sole e si dirige verso l’alto, quando se ne forma in grande quantità finisce per formare come una specie di cappa sopra una zona per precisa. Questa cappa impedisce la circolazione dei venti a getto, di quei flussi d’aria, cioè, che vanno da ovest verso est e che, in genere, rinfrescano l’aria. Dopo circa una settimana, la cappa tende a dissolversi consentendo la circolazione di flussi d’aria più freschi.
Allarme negli Stati Uniti
La Columbia Britannica è la regione sud ovest del Canada, direttamente confinante con lo stato americano di Washington e gli Stati Uniti iniziano già a sentire gli effetti negativi di questa situazione. Lungo tutto il versante pacifico, scendendo verso l’Oregon e la California, è allarme siccità. A Seattle la temperatura massima registrata è stata di 42° mentre a Portland di 46°: le temperature più alte in ottant’anni. “Qualcuno avrebbe mai creduto di accendere la televisione e vedere che c’erano 47 °C a Portland in Oregon? 47 °C. Ma non preoccupatevi: il riscaldamento globale non esiste perché è solo il frutto della nostra immaginazione” ha detto il presidente americano Joe Biden. In queste condizioni la possibilità di roghi è elevatissima e si rischia di ripetere la tragedia dello scorso anno quando sono andati bruciati 4 milioni di ettari.
In copertina foto di Sabine Fenner da Pixabay