Loro si presentano imbavagliati ma da dire hanno tanto e sono cose molto importanti perché riguardano un bene indissolubile di tutti i cittadini: il diritto alla salute. La querelle è sul Piano Sanitario presentato dalla Regione nella sua struttura commissariale che tante perplessità ha generato negli addetti ai lavori della sanità.
La conferenza stampa tenutasi presso la sede dell’ANAOO regionale della Campania ha avuto toni visivi davvero surreali, ma d’immediato impatto quando tutti i rappresentanti delle sigle sindacali di settore si sono presentati al tavolo con un bavaglio sulla bocca come plateale j’accuse verso le istituzioni che sono sorde ad ogni richiesta di dialogo richiesta.
«La Campania vive una situazione anche peggio di Lazio, Calabra e Sicilia». In regione ci sono infatti 1.200 medici mai stabilizzati, alcuni dei quali hanno oramai quasi 60 anni e sono precari da 10. Casi limite anche quelli del salernitano, dove si «lascia il territorio senza presidii se non a Salerno città»; poi Procida con 15.000 abitanti per i quali ci sarà poco più che una guardia medica. E poi i posti letto. In tutta la Napoli 3 Sud, 1milione 500mila utenti, sono stati previsti 2.200 posti; nella Napoli 1 con la stessa utenza sono stati previsti 6.600 posti.
Tutti i presenti hanno tracciato uno screening della situazione sanitaria attuale in Regione delineando situazioni precarie ovunque. Il dott. Raffaele Tortoriello, segretario della UIl Medici Fpl, ha dichiarato: “Se per la sanità italiana l’attuale è un momento delicato, quella campana è ad un guado critico ed il Piano ospedaliero recentemente presentato non è un contributo valido a superarlo, a meno che il proposito non sia quello di mantenere la nostra regione in uno stato perenne di inferiorità ed indirizzare altrove i pazienti che possono permetterselo. Perchè una buona assistenza sanitaria, in grado di mantenere adeguati livelli di salute e qualità di vita delle persone, costituisce un elemento imprescindibile per lo sviluppo e per la crescita economica di un territorio”.