Finalmente, dopo sette mesi di paralisi, il Governo si è deciso a nominare un commissario per la sanità campana. Per la cronaca il prescelto è stato l’italo-americano Joseph Polimeni, attualmente direttore generale dell’Asl di Lucca
“Al commissario non possiamo che augurare buon lavoro in una situazione in cui il diritto alla salute è ormai negato – sottolinea Valeria Ciarambino del M5S- e sperare che davvero possa portare soluzioni a questo settore che ha un impatto così forte sulla vita di tutti i cittadini”.
“Mentre aspettavamo la nomina – ricorda sempre la Ciarambino – sono stati superati i tetti di spesa e la gente non si può più curare da mesi, le strutture sanitarie sono al collasso e con l’introduzione delle nuove norme europee sull’organizzazione dell’orario non sarà più possibile pagare gli straordinari con la conseguenza che la carenza del personale sarà ancora più evidente, mentre centinaia di operatori sanitari campani sono costretti a lavorare fuori regione”.
“Il commissario arriva in un momento in cui siamo sull’orlo del baratro, se non ci siamo già finiti dentro; fosse stato nominato 7 mesi fa, senza fare i giochi politici delle nomine sulla pelle dei campani, non ci troveremmo forse nel disastro attuale. Noi come rappresentanti dei cittadini faremo la nostra parte per controllare tutte le iniziative che metterà in atto”.
“Abbiamo già provato ad offrire un nostro contributo per migliorare la gestione della sanità, con una proposta che avrebbe consentito di togliere dalle mani della politica le nomine della sanità. Avevamo presentato un emendamento che avrebbe consentito di mettere ai vertici delle aziende sanitarie, degli ospedali campani, i professionisti migliori, persone libere da ogni clientela e scelte solo in base al merito. Ma questo emendamento è stato respinto”.
Non si è fatta attendere la presa di posizione del Presidente della Regione che ha dichiarato: “La sfida di fronte a noi è difficile, il nuovo commissario risponde pienamente alle esigenze poste dalla Regione Campania.
E’ giusto ricordare che siamo l’ultima regione italiana per i Lea, ultima per le liste d’attesa (fino a 270 giorni per una mammografia), ultima per qualità dell’assistenza con la vergogna dei tetti di spesa che lasciano ogni anno per quattro mesi privi di assistenza migliaia di nostri concittadini.
Occorre organizzare in maniera seria la medicina sui territori, occorre costruire le reti dell’emergenza-urgenza, occorre cancellare le immagini delle barelle nei corridoi degli ospedali, ed è necessario ristabilire rapporti civili tra istituzione e strutture private convenzionate.
Permane lo scandalo di strutture convenzionate che lavorano senza contratto con le Asl: ancora oggi, a fine 2015, non ci sono contratti. Occorre rivedere e riprogrammare prestazioni e tariffe, garantire ai disabili le risorse necessarie, far decollare i programmi per la fecondazione assistita e cancellare la vergogna di una mobilità passiva che sfiora i 300 milioni di euro”.