Una delle tradizioni più singolari, principalmente diffusa in ambienti contadini, è quella dello “sciuscio”. Si tratta di una musica, sulla scia delle nenie dei zampognari d’un tempo, che viene cantata di casa in casa per buon augurio. In genere viene organizzata da gruppi di amici utilizzando strumenti arrangiati come piatti, pentole e quant’altro. Si gira di casa in casa e, in cambio della canzoncina suonata, il gruppetto riceve in dono un pacco di cibi tipici del capodanno.
In alcune zone contadine sono i bambini che portano avanti la tradizione anche dopo la mezzanotte. Un tempo, lo sciucio era cantato e suonato da vere e proprie orchestre organizzate, le migliori, erano deputate a suonare peri nobili del paese.
I nostri tempi hanno abbandonato la tradizione con qualche piccolissima eccezione presente in alcune zone contadine dove permangono alcuni gruppetti che intonano le antiche filastrocche in luoghi pubblici di ritrovo.
La parola sciuscio, in dialetto napoletano indica il soffio e si usa per individuare un dolce tipico del Capodanno campano ossia lo sciusciello, un pane composto di grano integrale, sale e lievito di birra. Appartenente alla cultura contadina, viene cotto al forno e, talvolta, farcito con formaggio, patate, cioccolato e ogni sorta di leccornia secondo i propri gusti.
Parlando di cibo, la tradizione campana non lascia nulla al caso. Tipica delle festività natalizie e del capodanno è l’insalata di rinforzo detta anche burdiglione, preparata con cavolo lessato, olive verdi cetrioli peperoni piccanti (le cosiddette papaccelle), giardiniera e acciughe salate. Si dice di rinforzo poiché si consuma spesso alla vigilia di Natale ed, essendo la cena generalmente a base di pesce, l’insalata servirebbe appunto a “rinforzare” la stessa. Generalmente il cenone di capodanno è a base di pesce mentre il 1° Gennaio il pranzo sarà a base di carne ma, ovviamente, la scelta è a gusto dei commensali.
Si comincia con la carrellata di antipasti, immancabili i polipetti alla “Luciana” cotti col pomodorino piccante e accompagnati da pane tostato aromatizzato e la classica insalata di mare. Fra i primi, i preferiti sono gli spaghetti con le vongole, anche se è approvata anche la cosiddetta minestra maritata, chiamata così poiché sposa la carne e le verdure. Minestra, che viene consumata anche durante la Pasqua. Per i secondi si predilige, roastbif al forno o l’agnello all’aceto balsamico, per chi ama la carne, oppure una frittura di pesce, generalmente gamberi e calamari, per i sostenitori del pesce, non si fanno attendere, però, capitone e baccalà tipici della vigilia di Natale.
I contorni, sono a vostra scelta e, dopo il pasto, non possono mancare struffoli, pastiera e i dolci tipici del Natale. Roccocò, biscotti con le mandorle talmente duri da poter essere mangiati solo se intinti in un liquore o vino dolci. Mostacciuoli e Susamielli, i primi, bocconcini di pasta candita ricoperti di glassa al cioccolato, i secondi sono a forma di S ricoperti di sesamo e glassa.
Dopo cena, prima di aprire la classica tombolata se volete potete dare un po’ di spazio alla scaramanzia. Sono circa una decina i gesti scaramantici più in voga da sempre.
1. Mangiare Cose Rotonde come arance o ciambelle , la forma circolare è di buon auspicio per una vita lunga e fortunata.
2. Mangiare maiale, simbolo di prosperità, in genere zampone o cotechino fanno da padroni.
3. Mangiare uva , 12 chicchi, uno per ogni mese dell’anno. Se i chicchi saranno dolci saranno mesi dolci.
4. Intimo rosso è d’obbligo per chi desidera un anno ricco di amore e di passione.
5. Baciarsi sotto il vischio: per gli innamorati che vogliono coronare il sogno del matrimonio è di ottimo auspicio.
6. Mangiare pasta di mandorle: pare che attiri ricchezza
7. Mangiare insalata poiché è verde, il colore della speranza.
8. Mangiare lenticchie, simbolo di abbondanza.
9. Fare cose che ci piacciono così durante l’anno si faranno le cose che più ci sono gradite.
10. Ringraziare l’anno passato: è di buon augurio.