Organizzazioni diverse nelle regioni, l’incertezza delle persone che sempre più numerose rifiutano il vaccino di AstraZeneca, nuove strategie per esaurire le scorte nei frigoriferi. Potremmo sintetizzare così l’andamento della campagna vaccinale italiana iniziata lo scorso dicembre. Una campagna vaccinale dai numeri straordinari sulla quale si punta molto soprattutto per riavviare la nostra economia e che sta procedendo a più velocità nelle singole regioni italiane.
La campagna vaccinale nelle regioni italiane
Uno degli obiettivi della campagna vaccinale fissati dal generale Figliuolo stabiliva di arrivare, entro i primi dieci giorni di maggio, a 30 milioni di dosi inoculate con un ritmo di 500 mila iniezioni al giorno. I dati del governo, però, ci dicono come procede in realtà la campagna vaccinale. Al 12 maggio risultano somministrate 24.950.456 dosi su tutto il territorio nazionale. Delle 27.429.090 dosi consegnate alle regioni ne sono state inoculate il 91%. Le regioni più avanti (cioè quelle che hanno somministrato più vaccini) sono Veneto, Puglia e Lombardia; fanalini di coda Calabria, Sicilia e Sardegna. 6.666.967 sono le dosi andate agli over 80, 4.751.094 ai soggetti fragili e ai caregiver, 3.877.627 ai soggetti di età compresa tra i 70 e i 79, 2.294.947 a quelli tra i 60 e i 69. Quest’ultima fascia, insieme a quella che va dai 50 ai 59 anni, stenta a decollare a causa delle incertezze delle persone.
AstraZeneca
La paura per il vaccino di AstraZeneca è tutt’altro che passata. Dopo gli episodi trombotici sopraggiunti a soggetti appena vaccinati con questo siero, il ritiro temporaneo, le dichiarazioni dell’Ema non sono state molto convincenti. Una volta ammesso il legame tra il siero e gli eventi trombotici, ha diffuso orientamenti, indicato scelte preferenziali, non regole fisse, sulla fascia d’età alla quale somministrare il vaccino anglo-svedese.
Questo ha contribuito a un andamento piuttosto bizzarro della campagna vaccinale. In regioni come il Lazio, l’adesione alla vaccinazione avviene, con procedure telematiche, presso i singoli hub vaccinali fornendo informazioni che consentono al cittadino di orientarsi verso un vaccino piuttosto che un altro. Vale a dire quello di Pfitzer. In altre regioni, come la Campania, i meccanismi di adesione sono diversi, si viene a sapere quale siero si riceverà solo una volta entrati nel box e se il vaccino non è di propria preferenza si protesta. Episodi come questi sono ormai all’ordine del giorno e provocano ogni volta rallentamenti e code con attese anche di sei ore.
Astra Night
In entrambi i casi il risultato è stato quello di lasciare accumulare ingenti scorte di siero AstraZeneca. Come ovviare al problema? Con l’attuazione di strategie alternative. Da un lato il generale Figliuolo ha cambiato gli orientamenti sull’utilizzo del siero anglo-svedese (alimentando le incertezze dei cittadini), dall’altro si è fatto ricorso a strategie alternative.
L’Asl di Caserta, per esempio, ha organizzato un Open Day: una giornata nella quale chiunque, a prescindere dall’età, poteva presentarsi per essere vaccinato. L’Asl di Matera, invece, ha organizzato l’Astra Night, una sorta di notte bianca della vaccinazione. In entrambi i casi il numero delle adesioni è stato elevato con una particolare presenza di giovani. Pur essendo quello delle fasce d’età il criterio portante della campagna vaccinale, si sta provvedendo alla vaccinazione di piccole comunità come quelle delle isole. Capri, Procida, Favignana, per fare solo alcuni nomi, sono diventate o si apprestano a diventare isole Covid free. Ci si prepara al meglio per la stagione estiva.
In copertina foto di torstensimon da Pixabay