Il Summit Onu sul clima è arrivato con l’autunno dopo un estate che si è classificata come la seconda più calda di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,93 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. Dati che confermano le preoccupazioni dell’attivista Greta Thunberg e di milioni di giovani in occasione dell’appuntamento sul clima delle Nazioni Unite. La banca dati del National Climatic Data Centre (Noaa) rileva i dati dal 1880 e da questi emerge peraltro che la temperatura media estiva è stata quest’anno la più elevata di sempre nell’emisfero nord del pianeta.
In Europa l’estate 2019 si classifica al quarto posto tra le più calde mai registrate con una anomalia di +1,78 gradi rispetto alla media di riferimento.
La tendenza al surriscaldamento è evidente anche in Italia dove secondo gli esperti il maltempo di autunno è arrivato dopo che la colonnina di mercurio in estate dal punto di vista climatologico era stata superiore di 1,7 gradi alla media del periodo, collocandosi sul podio tra le più calde da almeno sessanta anni, al terzo posto dopo quelle del 2003 e del 2017. Per quanto riguarda le precipitazioni, quest’estate è caduta quasi un quarto di pioggia in meno della stagione: con un’anomalia del -23% di precipitazioni, ma si sono verificati un totale di ben 841 eventi estremi tra trombe d’aria, bombe d’acqua, grandinate e venti forte, quasi il doppio dello stesso periodo dell’anno precedente (+84%).
Con quasi dieci eventi eccezionali al giorno lungo la Penisola il cambiamento climatico si è fatto sentire su turismo e agricoltura con danni pesanti a macchia di leopardo alle coltivazioni per il maltempo mentre le alte temperature hanno favorito la diffusione della cimice asiatica un insetto alieno che in assenza di nemici naturali ha fatto strage soprattutto sulle piante da frutto.
Non si tratta di un caso isolato, la classifica degli anni interi più caldi lungo la Penisola negli ultimi due secoli si concentra infatti nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014 e il 2003.
La tendenza alla tropicalizzazione in Italia si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. Il ripetersi di eventi estremi sono costati all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli.