Il clima impazzito, con i suoi effetti devastanti nelle campagne ha causato un pesante calo dell’occupazione in agricoltura. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sul mercato del lavoro nel secondo trimestre del 2019. Le ore di lavoro nei campi hanno fatto segnare un calo del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in controtendenza rispetto al dato generale che vede un lieve aumento dello 0,4%.
Sono gli effetti dei nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua e grandinate che si sono abbattuti a macchia di leopardo sul territorio e hanno ostacolato le operazioni di raccolta delle produzioni oltre che di preparazione dei terreni, con coltivazioni distrutte, alberi abbattuti e aziende allagate, frane e smottamenti.
Si tratta del risultato dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo ma anche con lo sviluppo di patogeni alieni particolarmente dannosi per le colture come la cimice asiatica.
Una situazione di difficoltà sulla quale si innestano le distorsioni lungo la filiera e le importazioni selvagge di prodotto straniero di bassa qualità spacciato per italiano che fanno crollare i prezzi anche sotto i costi di produzione.