Cassio Cherea interpretato da Giacomo Costanzo
Il Caligola di Camus per la regia e l’adattamento teatrale di Enrico Maria Falconi è stato un vero e proprio successo al teatro Sala Gassman di Civitavecchia. Lo spettacolo, che è stato rappresentato ai primi di aprile, ha messo in scena una delle tragedie più famose e discusse di Camus, sul terribile imperatore romano. A qualche giorno dal compleanno di Roma (il 22 aprile la Città Eterna ha festeggiato i suoi 2777 anni!) abbiamo voluto ricordare uno dei suoi imperatori più sanguinari attraverso una splendida performance teatrale che ha portato sul palco un’immagine insolita dell’imperatore.
Giovani attori della compagnia “Blue in the face”, si sono messi alla prova con personaggi particolarmente complessi, affascinanti e decisamente lontani dall’immaginario collettivo perché descritti nelle loro fragilità ed emozioni più nascoste. Matteo Tusculano è il giovane attore che ha portato sul palco, con grande bravura, la personalità unica e spiazzante di Caligola, uomo crudele, isterico, votato all’omicidio per puro sadismo. Matteo Tusculano ha saputo trasferire, al contempo, anche la parte più nascosta, più umana del folle imperatore, svelando una persona infelice e tormentata dalla solitudine.
Di altissimo livello anche la performance di Giacomo Costanzo che ha interpretato Cassio Cherea, tribuno militare dei pretoriani che uccise personalmente Caligola perché esausto delle continue vessazioni dell’imperatore anche nei suoi confronti. Giacomo Costanzo ha interpretato alla perfezione un personaggio subdolo, tenace e deciso nel suo obiettivo, evidenziandone, così come ha fatto Matteo Tusculano per Caligola, i risvolti più intimi, quelli veri che probabilmente sono stati alla base del suo atto efferato.
La figura di Cassio Cherea ci ha particolarmente colpiti, anche perché, forse, è poco approfondita. Abbiamo approfittato quindi della gentilezza di Giacomo Costanzo a cui abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa in più sul suo personaggio e sulla sua passione per la recitazione.
Caligola di Camus: Intervista all’attore Giacomo Costanzo
Salve Giacomo, lei è nuovo ai lettori di Cinquecolonne. Ci racconta brevemente cosa fa nella vita e quali sono le sue passioni oltre alla recitazione?
Salve, innanzitutto grazie, è un piacere per me fare questa intervista e rispondere alle vostre domande.
Ho 23 anni e appena due mesi fa mi sono laureato in Scienze Politiche presso l’Università degli studi della Tuscia di Viterbo, proprio dalla laurea in poi ho preso un periodo per meglio dedicarmi all’arte della recitazione e per partecipare a diversi spettacoli uno dei quali appunto “Caligola” di Albert Camus.
Oltre la recitazione, sempre rimanendo nel campo artistico ho la passione per il pianoforte, strumento che mi diletto a suonare, passando da Chopin a Satie, i miei due autori classici preferiti fino alle composizioni moderne.
Viaggiare infine, è ciò che più amo fare al di fuori del tempo occupato artisticamente, conoscere nuovi luoghi, persone, culture diverse che sempre portano all’arricchimento del viaggiatore e del suo bagaglio, in più credo che per ogni artista il viaggio possa rappresentare anche l’inizio di un qualcosa di nuovo artisticamente parlando, dal momento che attori, scrittori, pittori, sono un po’ come spugne che assorbono tutto ciò che è intorno a loro e che riversano, anche inconsapevolmente nella loro arte.
Lo spettacolo Caligola, je suis ancor vivant a Civitavecchia è stato un vero successo di pubblico. Lei ha interpretato Cassio Cherea, un personaggio molto complesso, spietato e fragile allo stesso tempo. Qual è stata la parte che l’ha emozionata di più mentre recitava?
Esattamente Cherea rappresenta un personaggio che nei momenti di assenza di Caligola, tira le fila della congiura in maniera completamente logica e spietata, è un materialista che vede la sua sicurezza in bilico davanti alla follia di Caligola.
Come tutti gli altri però, si mostra timoroso quando si palesa Caligola, forse in alcuni punti però è l’unico che ha una sorta di paura che in qualche modo sa di avere una scadenza, perché all’acuirsi della follia di Caligola, si avvicina sempre di più il giorno della sua fine.
La scena che più mi ha emozionato, diversamente da quanto ci si possa aspettare è stata sicuramente il dialogo fra Cherea e Scipione, e non quello con Caligola, perché Cherea cerca appoggio per la congiura, e vede in Scipione l’unico che veramente può comprendere la necessità di questo gesto.
A maggior ragione dal momento in cui Caligola ha fatto uccidere il padre di Scipione, ma lui rappresenta la purezza d’animo che vaga fra la sete di potere e tutto il male che sembra non avere fine, dunque nonostante ciò non riesce a schierarsi a favore della congiura contro Caligola, in questo frangente abbiamo la possibilità di osservare un cambiamento nel personaggio di Cherea che sembra aprirsi anche lui e parlare a cuore aperto per convincere Scipione, probabilmente in questo dialogo dal testo si può evincere un certo affetto o sentimento di Cherea nei confronti del giovane ragazzo, e così un diverso modo di porsi rispetto allo standard del personaggio.
Come per Caligola, anche per Cassio Cherea, Dumas si focalizza principalmente sull’aspetto esistenziale, sulla sua umanità. Le è piaciuto questo focus di Camus?
Assolutamente Camus utilizza parole che sono veramente difficili da non sentire, nel lavoro del personaggio penetrano nel corpo e nell’anima così come sono stampate sul copione. In particolar modo ovviamente per il ruolo di Caligola, anche Cherea certamente, perché se è vero che libera Roma da un folle, è anche vero che sicuramente non può vantarsi del suo modus operandi, è forse più apprezzabile la verità cruda e spietata di Caligola che la maschera di buon politico che porta il falso Cherea.
Lei recita ormai da diversi anni e ha interpretato numerosi personaggi, però siamo curiosi di sapere se ce n’è uno a cui è profondamente legato e perché.
Direi il ruolo di Enea nell’Eneide, perché è stato uno spettacolo molto faticoso dal punto di vista fisico, in piena estate all’aperto su una spiaggia, con spade, armature e combattimenti contro guerrieri a cavallo!
Ma la sensazione provata è stata molto bella, in particolar modo nello scontro finale con Turno, una scena con tantissimo pathos!
Ha già in progetto un nuovo spettacolo? Ci può dare qualche anticipazione?
Assolutamente sì, con Napoli protagonista! Quest’anno ricorrono i 30 anni dalla morte del grande Massimo Troisi, una figura a me particolarmente cara, che ancora oggi vive nel cuore di milioni di italiani. Così ho deciso di ideare uno spettacolo in suo omaggio, dal titolo “Il Poeta del Cuore” che avrà luogo presso l’Arena Pincio di Civitavecchia il 27 luglio ore 21:30.
Lo spettacolo sarà strutturato in maniera tale da avere una commistione fra le diverse arti, avremo ovviamente la recitazione attraverso il teatro riproponendo alcuni dei famosissimi sketch del trio “La Smorfia”.
La musica che è stata un’importante compagna nella vita di Massimo e anche dei suoi film, ci sarà dunque modo di ricordare la sua amicizia con Pino Daniele attraverso l’esecuzione di alcuni dei suoi brani.
La lettura di alcune poesie scritte da Massimo stesso, l’amicizia con Roberto Benigni, contributi video, coreografie e anche una mostra di pittura a tema dedicata all’artista partenopeo che farà da cornice allo spettacolo nello spazio all’ingresso dell’arena, con la conclusione dello spettacolo che avverrà con qualcosa riguardante il suo capolavoro “Il Postino”. Concludendo così com’è finita la sua carriera e purtroppo anche la sua vita.