Il suo vero nome è Martha Jane Cannary – Burke, si tratta di una donna dalle mille sfaccettature e dalla storia veramente singolare.
Prima di sei figli, nasce a Princeton il 1° Maggio del 1852. A soli quindici anni è costretta a prendersi cura dei suoi fratelli e delle sue sorelle. Li porta a Fort Bridger nel Wyoming e qui si immerge in numerosi lavori per sbarcare il lunario. Lavapiatti, cameriera, infermiera, capo mandria e qualche volta è costretta, addirittura, a prostituirsi.
Martha è un’anticonformista, non adotta le regole del vecchio West, non si plasma secondo le norme imposte da una società più che maschilista. La donna all’epoca, infatti, aveva esclusivamente il ruolo di educatrice e di madre e nessun tipo di relazioni sociali. Martha no. Da subito assume un comportamento tutto suo, si veste da uomo, si dedica all’alcool al gioco d’azzardo. In alcune raffigurazioni del tempo la si può notare vestita da uomo, da pistolera o da cavallerizza. Insomma una vera e propria avventuriera sregolata. Per questo non godeva di buona reputazione.
A Jane non è stata fornita alcuna istruzione, si tratta di una donna completamente fuori dagli schemi. Non di rado prende parte alle guerriglie contro i nativi indiani. Pare che sia durante uno di questi conflitti, avvenuto nel Wyoming a Goose Creek fra il 1872 e il 1873 che Martha si guadagna il soprannome di Calamity Jane.
Nel 1876 si trasferisce a Black Hills nel South Dakota, qui, conosce James Butler Hickok, conosciuto anche come Wild Bill Hickok. Il rapporto con l’uomo è ancora oggetto di attuali controversie, alcuni sostengono che fra Calamity e Wild Bill ci fosse una storia d’amore altri, invece, si professano sostenitori di una forte antipatia fra i due. Hickok che all’epoca risulta sposato con Agnes Lake Thatcher, muore il 2 Agosto del 1876 assassinato durante una partita di poker.
Nel 1881 Calamity Jane acquista un ranch nel Montana e dopo essersi sposata con Clinton Burke, un uomo texano, si trasferisce a Boulder, partorendo, nel 1887 una bambina, Jane.
Marthe muore il 1° Agosto del 1903. Sembra che la pistolera abbia voluto fortemente riposare accanto a Wild Bill Hickok nel cimitero di Deadwood. Molti studiosi e appassionati del vecchio West tendono a voler indicare i due personaggi come amanti, quasi a voler romanzare due icone wastern in un’unica storia. Calamity sembra aver comunque illo tempore alimentato le storie che la avvicinavano a Hickok, in particolare, dopo la morte del pistolero, avrebbe dichiarato di aver partorito, il 25 Settembre 1873, una figlia avuta con lui, Janey.
Il legame fra Hickok e la bambina sarebbe descritto in un lungo manoscritto a metà fra una lettera e un diario, elaborato fra il 1877 e il 1902 e indirizzato alla bambina. Gli storici, tuttavia, nutrono seri dubbi sull’esistenza di Janey, in quanto, pare che Calamity e Wild Bill si siano conosciuti poco prima dell’assassinio di quest’ultimo, dunque, una storia nel 1873 fra i due sarebbe pressoché impossibile. E’ anche vero che fra il 1872 e il 1874 di Bill non ci sono documenti che possano fornire notizie certe sul suo stile di vita, tuttavia, esistono una serie di missive indirizzate alla moglie che testimoniano l’immenso affetto che nutriva nei confronti di Agnes, l’ultima delle quali, scritta il giorno prima dell’uccisione, sembra quasi un presagio.
La storia di Hickok, in ogni caso, non è l’unica parte misteriosa di Calamity Jane. La sua intera esistenza è avvolta da mille dubbi e incertezze, nonostante i molti reperti storici che la riguardano, c’è chi è pronto a dichiarare che la donna non sia mai esistita. E’ questo il caso di una studentessa americana Roberta Beed Sollid, la quale dopo lunghissime ricerche concluse che nulla di ciò che sapeva sul conto di Calamity Jane era vero. Una truffa? Magari inventata dall’astuto Buffalo Bill per montare l’ennesima folla. Oppure un malinteso? Magari si trattava di uno stereotipo di Frontiera al quale si è voluto dare una sorta di fisicità. Non dimentichiamo che Wild Bill in effetti in gergo western significa “ragazzo selvaggio” e Calamity Jane “donna porta jella”. Jane era il nomignolo che si usava dare a tutte le ragazze delle quali si ignoravano le precise generalità. Questa conclusione, tuttavia, sembra troppo eccessiva e scontata anche se Martha era la prima a raccontare una serie di menzogne sul proprio conto quando ubriaca, per fare quattrini o, più semplicemente, per darsi un po’ di arie.
Di certo non era come la maggior parte delle rappresentazioni moderne. Nell’episodio “Vento d’Autunno” della serie a fumetti “Storia del West” Gino D’Antonio rende una visione di Calamity molto particolare: slanciata, bionda e occhi chiari. Così come molte pellicole cinematografiche. Queste, in effetti, la descrivono come un’eroina romantica d’altri tempi, rispondendo perfettamente alle aspettative del pubblico. Si pensi, ad esempio, a “Non sparare, baciami” del 1953, protagonista una bellissima Doris Day nei panni di Calamity Jane. Se il cinema la presenta come una intrepida eroina di frontiera, la realtà parla di una donna dai modi rozzi , alcolizzata e dall’atteggiamento poco femminile, tuttavia, perfettamente calzante con la realtà circostante. Il comportamento da perfetto uomo del selvaggio west, forse per nascondere la sua fragilità e le sue esperienze o soltanto per farla franca. E’ evidente, però, che anche Martha ha una parte romantica altrimenti non avrebbe “costruito” la storia d’amore intorno a Wild Bill.
Si tratta di una donna non proprio bellissima, dai tratti grossolani e sgraziati, pare che usasse imprecare molto meglio di un uomo, particolarità dettata forse dall’esperienza come conducente di carri sui dissestati sentieri di Black Hills. Imprecare con tono alto, in effetti, era il modo più efficace di tenere a bada buoi e muli.
Il suo soprannome viene dalla battaglia di Groose Creek. Martha salva il capitano Egan che, ferito e caduto in terra, sarebbe stato portato in salvo al forte proprio da Calamity Jane. Giunto in salvo il capitano avrebbe esclamato: “I name you Calamity Jane, the eroine of the plains”. Tante cose sono dubbie sul suo conto, però, è notizia approvata da tutti che fosse una donna di grande altruismo. Come dimostra durante l’epidemia di vaiolo del 1876 a Deadwood. Lavora instancabilmente come infermiera, dona cibo e salva molte vite ma non riceve in cambio un minimo di riconoscenza.
Si tratta di una personalità molto forte, ambigua e complicata, spesso ubriaca, si pensa che lo stesso Bufalo Bill dopo averla assunta nel suo Wild West Show l’avesse poi cacciata poiché presentatasi brilla in scena. Certo è che si tratta di una femminista ante litteram, estranea a ogni tipo di stereotipo, convenzione e costrizione, scevra dalle tenaglie del bigottismo sociale del tempo.