Non sono matti gli uomini che ogni anno a cavallo fra la stagione primaverile e quella estiva, si imbarcano per “catturare” i pezzi di ghiaccio che si staccano dagli imponenti iceberg polari. Non mettono in atto un passatempo, non si divertono giocando ai pescatori, non mettono in pratica il loro hobby preferito: si tratta di affari.
La caccia all’iceberg sembrerebbe rappresentare la nuova moda dell’industria del lusso. Il ghiaccio derivato dalla raccolta, infatti, sembrerebbe destinato ad acque minerali e alcolici di marchi famosi, utilizzati da una ristretta élite di lusso.
I cacciatori, muniti di arpioni e di tutta l’attrezzatura necessaria allo scopo, si imbarcano alla volta delle acque polari a largo di Terranova, in Canada, alla ricerca di ghiaccio staccato dalla banchisa artica. Il ghiaccio, così individuato, viene smantellato in blocchi più “piccoli” dal peso di 4 /5 tonnellate che, una volta issati a bordo delle navi cisterna, vengono a loro volta pezzati in parti ancora più piccole destinate allo scioglimento.
La preziosa, quanto gratuita, sostanza ottenuta in questo modo viene poi utilizzata per la produzione di acque minerali e superalcolici di lusso specialmente Vodka.
Com’è noto, il ghiaccio polare è antichissimo e così le acque che ne derivano, si parla di circa 15 mila anni, ciò vuol dire che sono, altresì, prive di sostanze nocive. Un’ acqua primordiale, dunque, che contribuisce a donare un sapore unico e naturale alla Vodka.
Lo ha spiegato ai giornali David Hood, il fondatore della Iceberg Vodka Corporation, un’azienda canadese che produce vodka usando cereali dell’Ontario e ghiaccio Canadese.
Per il momento la caccia include unicamente blocchi di iceberg più piccoli, pezzi che, staccatisi dalle imponenti montagne di ghiaccio, sono destinati comunque allo scioglimento, per questo motivo il governo di Terranova, nelle cui acque si realizza la pesca, non ha ancora opposto resistenza alla pratica, tuttavia, le diverse organizzazioni ambientaliste iniziano a porsi alcune domande sulle conseguenze ambientali. Piccole preoccupazioni arrivano anche dal mondo del turismo; i cacciatori infatti, pongono in serio rischio una delle principali attrazioni turistiche del luogo.
L’industria del ghiaccio intanto prolifera, si pensi che Hood, lo scorso anno ha inviato in tutto mondo, Russia compresa, circa 250.000 casse di vodka senza aver bisogno di alcuna pubblicità, basandosi unicamente sul passaparola.