Il Consiglio Europeo ha prorogato le misure restrittive dell’UE nei confronti del Burundi. Tali misure consistono nel divieto di viaggio e nel congelamento dei beni nei confronti di quattro persone le cui attività sono state ritenute tali da compromettere la democrazia o ostacolare la ricerca di una soluzione politica alla crisi in Burundi.
Le attività in questione comprendono atti di violenza, repressione o incitamento alla violenza e atti che costituiscono gravi violazioni dei diritti umani.
L’UE ha ripetutamente e costantemente esortato tutte le parti interessate ad astenersi da atti di violenza e a condannarli.
Si tratta di un presupposto essenziale per compiere progressi duraturi nella ricerca di una soluzione politica alla crisi.
Il Consiglio ha ritenuto che l’assenza di progressi nella situazione delle quattro persone oggetto di misure restrittive giustifichi la proroga delle sanzioni.