Nonostante tutti gli sforzi della comunità internazionale, la situazione in Burundi resta ad un punto morto. Il paese è teatro di violenze ricorrenti e le violazioni e gli abusi dei diritti umani.
L’Unione europea (UE) condanna con fermezza qualsiasi uso della forza per risolvere la crisi in Burundi. La mancanza di prospettiva di una soluzione politica aumenta il rischio di posizioni di recrudesecenza e confronto violento. La situazione rischia di essere aggravata dalla fragilità economica del paese.
Solo un dialogo politico inclusivo, sotto la mediazione internazionale e in conformità con l’accordo di Arusha e la Costituzione del Burundi, in grado di fornire una soluzione alla crisi. L’Unione europea plaude agli sforzi di mediazione della Comunità dell’Africa orientale (EAC), che ha contribuito a organizzare la prima riunione di dialogo inter-Burundi che deve essere immediatamente ripreso.
Ricordando la necessità per la comunità internazionale di essere in grado di far fronte a un peggioramento della situazione, l’UE sottolinea l’importanza del lavorio continuo a tal fine e ribadisce il suo impegno a sostenere le misure adottate dalle Nazioni Unite e l’Unione africana per preparare precisi piani di emergenza coordinati .
C’è bisogno di finanziare azioni umanitarie a favore della popolazione del Burundi e l’ invito alle autorità è volto a garantire l’accesso immediato, sicuro e senza ostacoli per gli operatori umanitari in Burundi.
L’UE rimane anche estremamente preoccupata per il crescente numero di casi di violazioni e abusi dei diritti umani, alcuni dei quali coinvolgono anche le forze di sicurezza.
Le relazioni del Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sull’esistenza presunto di fosse comuni, casi di violenza sessuale, detenzioni arbitrarie, sparizioni e esecuzioni sommarie sono allarmanti e richiedono un completo chiarimento attraverso l’istituzione di un’indagine approfondita, imparziale e credibile.