90 anni fa, ed esattamente il 27 agosto 1924, con la fusione della Società italiana per le radiocomunicazioni circolari e la Società italiana radio audizioni circolari, nasceva l’URI (Unione Radiofonica Italiana), poi EIAR ed infine RAI.
Poco più di un mese dopo, il 6 ottobre 1924, alle ore 21, da Palazzo Corrodi in via Maria Cristina 5 a Roma, nelle vicinanze di Piazza del Popolo, l’etere si riempiva della prima trasmissione radiofonica con un concerto d’inaugurazione, l’opera 7 di Haydn, eseguito dal quartetto formato da Ines Viviani Donarelli, Amedeo Fortunati, Alessandro Cicognani ed Alberto Magalotti. Il tutto durò un’ora e mezza ed alle 22.30 le trasmissioni vennero interrotte per “far riposare le esauste valvole”.
Oggi, alle ore 13, è stata celebrata proprio presso Palazzo Corrodi una cerimonia grazie alla quale si sono puntati i riflettori sul mezzo di comunicazione di massa per eccellenza, al quale è stata dedicata una targa commemorativa, a testimonianza di una evoluzione che col tempo non hai mai subito battute d’arresto. E come potrebbe? La radio vive di un suo linguaggio peculiare, configurandosi come il mezzo di comunicazione più immediato. Un linguaggio questo di tale rilevanza che perfino l’Accademia della Crusca se ne è occupata. Col tempo abbiamo fruiti di contenuti sempre nuovi, cercando, nonostante l’ascolto tendenzialmente passivo, di fruire criticamente dei contenuti proposti. Da qui la necessità dei conduttori radiofonici di sapersi sapientemente giostrare tra informazione e capacità d’intrattenimento, al fine di creare con gli ascoltatori un filo invisibile fatto di fiducia accordata.
Questi 90 anni di Uri/RAI sono stati contraddistinti dall’avvicendarsi di trasmissioni sempre nuove e da un modo di relazionarsi all’utente in perenne cambiamento. Basta pensare alla fine della seconda guerra mondiale con la sconfitta del fascismo. L’Italia entrò nella democrazia e con lei la radio italiana che ricominciò a raccontare i generi più epici, dallo sport alle notizie in libertà alla musica dei primi Festival di Sanremo.
Una relazione tra addetti al settore ed utenti molto profonda che potrà essere rivissuta anche attraverso la mostra “1924-2014: la RAI racconta l’Italia”, visitabile gratuitamente fino al 30 marzo prossimo a Roma e poi fino al 15 giugno alla Triennale di Milano. Nove le postazioni tematiche divise per argomenti, dallo speaker del radiogiornale che annuncia l’assassinio di Kennedy ad una giovane Franca Valeri nelle vesti della “signorina Snob”. Ed in questa mostra una delle sezioni più interessanti, curata dal giornalista Marcello Sorgi, è dedicata proprio alla storia della radio.
Buon compleanno nonna radio e continua a stupirci!