Grazie al telescopio spaziale Hubble un team internazionale di astronomi ha rilevato un buco nero supermassiccio, con una massa un miliardo di volte superiore a quella del Sole, spinto al di fuori della galassia madre, denominata 3C186.
Ma non è tutto. Secondo gli scienziati, l’espulsione del buco nero dal proprio nucleo galattico sarebbe stata causata da onde gravitazionali.
Questa è la prima volta che gli astronomi hanno osservato un buco nero supermassiccio a grande distanza dalla galassia che lo ospitava, situata a otto miliardi di anni luce di distanza.
“I buchi neri risiedono al centro delle galassie, quindi è raro poter vedere un quasar al di fuori” commenta Marco Chiaberge team leader e ricercatore presso lo Space Telescope Science Institute in America.
Secondo il team, il buco nero si è già allontanato di circa 35000 anni luce dal centro galattico – una distanza maggiore di quella che intercorre tra il Sole e il centro della Via Lattea – e continua il suo percorso ad una velocità di 7,5 milioni di chilometri all’ora. Una velocità tale da permettere un viaggio Terra-Luna in soli tre minuti.
Sebbene nessun tipo di scenario possa essere escluso, la spiegazione più plausibile è che a questo buco nero sia stata data una spinta da parte di onde gravitazionali generate in seguito alla fusione di due buchi neri supermassicci al centro di una galassia ospite. Questa teoria è supportata dal fatto che gli scienziati hanno scoperto code mareali curvate, prodotte da un “strattonamento” gravitazionale tra due galassie che sono entrate in collisione.
Secondo la teoria presentata dagli scienziati, 1-2 miliardi di anni fa, due galassie, ciascuna con all’interno il proprio buco nero, si sono fuse. I buchi neri hanno quindi iniziato a vorticare intorno alla ‘neogalassia’ ellittica generando onde gravitazionali a diversa frequenza e direzione. Quando i due buchi neri si sono finalmente uniti, l’emissione delle onde gravitazionali ha dato letteralmente ‘un calcio’ al quasar portandolo al di fuori del centro galattico.
“Se la nostra teoria è corretta, le osservazioni evidenziano che i buchi neri supermassicci si possono realmente unire” spiega il team. Ma non sempre la fusione di due buchi neri genera l’espulsione di uno dei due oggetti.
Gli scienziati proseguiranno le osservazioni con Hubble in collaborazione con ALMA (Atacama Large Millimeter / submillimeter Array) e altri sistemi, per misurare in modo più accurato la velocità del buco nero e del suo disco di gas circostante che potrebbe fornire ulteriori informazioni sulla natura di questo raro oggetto.