Bright Star (Fulgida stella): il racconto di una storia d’amore oltre i pregiudizi e la morte.
Bright Star è il film della regista neozelandese Jane Campion arrivato nelle sale italiane nel 2009. E’ il racconto di una tenera storia d’amore che, nonostante i pregiudizi del tempo e la morte prematura del giovane poeta, risuona viva e vera fino ai giorni nostri.
Il titolo del film scelto dalla regista Jane Campion richiama il titolo del sonetto di Keats “Bright star” scritto durante la sua relazione con Fanny Brawne. Il film, magnificamente interpretato da Ben Whishawnei panni di John Keats e la splendida Abbie Cornish in quelli di Fanny Brawne, racconta la storia d’amore del giovane poeta inglese John Keats per la diciottenne Fanny Brawne.La regista Jan Campion, che ricordiamo per il film “ Lezioni di piano” (1993), ritrae magistralmente l’ambiente della periferia di Londra,e con dovizia di particolari trasmette allo spettatore un immagine perfetta della vita quotidiana, degli usi e dei costumi della società del tempo.
La storia è ambientata nel 1818 nella casa bifamiliare di WentworthPlace ad Hampstead Village, nella periferia di Londra. Charles Brown, poeta e amico di Keats, condivide una parte della casa con la famiglia Dilke. Charles entra subito in confidenza con i membri della famiglia, composta dalla signora Brawne e i suoi tre figli. Da subito, la regista Jane Campion mette in evidenza il rapporto conflittuale tra Charles Brown e la primogenita Fanny, che egli considera una civetta e una sartina, priva di moralitàesensibilità intellettuale.
Dopo la morte del fratello Tom, Keats si trasferisce dall’amico Charles Brownnella casa di Wentworth. E’ in questo periodo che Keats fa la conoscenza di Fanny. Inizialmente i due non provano attrazione, poi scatta qualcosa da entrambe le parti e la scintilla diventa fuoco. La relazione tra i due si mostra subito complicata, non tanto per le incompatibilità di carattere che nessuno dei due riconosce nell’altro, bensì per le influenze esterne. Keats è povero e la madre di Fanny ritiene che la storia tra i due non possa avere un seguito; Keats non è economicamente autonomo, non riesce a guadagnare con la pubblicazione delle sue poesie e non potrà mai sostenere economicamente la figlia Fanny. Oltre all’impedimento familiare, i due giovani devono arginare anche i continui attacchi degli amici di Keats che ritengono Fanny una ragazza intellettivamente molto misera, non all’altezza di una personalità come quella di Keats.
Fanny però ha un carattere forte e deciso, proprio come Keats. Non vuole lasciarsi abbattere dalle critiche e convince il suo amato ad indottrinarla sulla poesia. Keats le dà lezioni di poesia e il legame si fa per entrambi più saldo nonostante i continui impedimenti dell’amico Charles. Nel corso del film Jane Campion evidenzia questa relazione conflittuale, e dà ampio spazio ai continui battibecchi tra Charles e Fanny e agli insulti di quest’ultimo diretti a Fanny,innanzitutto in presenza di Keats. Forse Charles è attratto da quella ragazza che considera superficiale e maliziosa, o forse è semplicemente geloso di lei. Geloso di lei, perché Fanny ha catturato l’attenzione di Keats e perché lui ama passare il suo tempo non più con l’amico Charles ma con la sua fulgida stella. Charles vorrebbe Keats tutto per sé, adora la sua poesia, e nel film gli confessa di considerarlo di gran lunga migliore di lui, sottolineandogli che la sua vita senza la poesia dell’amico è una vita vuota. Secondo le aspettative di Charles, Keats si sarebbe dovuto dedicare solo alla poesia, Fanny è una distrazione, una nota stonata nella vita dell’amico, ma Keats non la pensa così. Nel film dirà all’amico Charles di lasciargli ammirare Fanny tutte le volte che lo desidera e di lasciarli da soli più spesso perché lei è la fonte della sua ispirazione, lei gli donatotale estasi e felicità; mai come in quel periodo la sua penna è stata più proficua.
Il paesaggio ritratto dalla registra è un tutt’uno con gli stati d’animo della coppia. L’amore tra i due giovani sboccia in primavera, quando la natura esplode così come la creatività di Keats che in questo periodo di forte passione scrive le opere più belle della sua vita. Fanny è la sua musa ispiratrice, la natura intorno è un perfetto strumento di fascinazione e Jane Campion è riuscita magistralmente a catturare i momenti magici di queste combinazioni. Come è stato detto dai più, questo è un film sull’amore e sulla poesia. L’Amore per Keats è Vita, ma nello stesso tempo profondo dolore e struggimento. Keats vive come in un sogno. Gode dell’estasi dell’amore ma soffre il dolore delle pene per qualcosa di sublime che sente di non riuscirea godere appieno. Lui è un medico, e quando ha il primo attacco di tosse e perde sangue, capisce che la fine non tarderà ad arrivare. Sente la felicità che gli scivola tra le dita, proprio lui, a cui le donne non sono mai interessate, ora sente di aver scoperto un bene prezioso, qualcosa per cui vale la pena di vivere, linfa vitale per sé e per la sua Poesia.
Quando Keats comincia ad aggravarsi e Charles sarà costretto ad affittare la sua parte di casa per l’estate per fronteggiare i debiti, la signora Brawne si prenderà cura di luie lo accoglierà in casapropria per nutrirlo e curarlo. La signora Brawne, a cui Keats rimarrà profondamente legato fino alla fine dei suoi giorni, acconsentirà al fidanzamento tra i due giovani, anche perché, forse, sospetta che la vita di Keats è appesa ad un filo. Difronte all’evidenza della malattia i due giovani fantasticano una vita insieme e progettano il loro futuro, quasi a scongiuro dell’inevitabile.
L’incantesimo di un futuro insieme però si spezza quando gli amici di Keats e i dottori gli consigliano di allontanarsi da Londra e di trasferirsi in Italia alla ricerca di un clima invernale più mite. Keats e Fanny sono devastati dalla notizia ma Keats non può contrastare la scelta dei suoi amici che, con grande affetto e devozione, organizzano una colletta per finanziargli il viaggio, il vitto e l’alloggio a Roma. Il giorno in cui Keats deve partire, i due si salutano ma si impongono di non dirsi addio e di non voltarsi a guardarsi l’un l’altro, e così fanno. Quando Keats arriva a Roma decide di non scrivere più a Fanny, ma di dare sue notizie per un po’ solo alla madre, la signora Brawne. Keats ritiene che non sia giusto legare a sé, ad un moribondo la Vita; perché Fanny è Vita, è una ragazza gioiosa, allegra, che ha il diritto di rifarsi un futuro con un altro uomo perché lui non è in grado di mantenere la promessa di fidanzamento. Dopo la separazione, Fanny non smetterà mai di scrivergli lettere, ma Keats non ne aprirà neanche una e chiederà ai suoi amicidi bruciare le lettere dell’amata dopo la sua morte; i suoi amici si affretteranno ad esaudire la sua volontà con devota e sperata solerzia.
Per fortuna, Fanny conservò gelosamente tutte le lettere che Keats le aveva scritto nel corso del loro rapporto e oggi, abbiamo a disposizione una fonte preziosa di informazioni che arricchiscono di umanità, delicatezza e tenerezza la figura di John Keats, dandoci la possibilità di scoprire non solo il poeta ma innanzitutto l’uomo che sicuramente ha dato slancio vitale a quel Poeta.
Il film si chiude con la notizia della morte di Keats alla famiglia Brawne da parte di Charles e con l’immagine di Fanny che, vestita a lutto e con i capelli tagliati, esce nella neve a percorrere quei boschi che conservavano le sue orme e quelle di Keats, ripetendo i versi delle sue poesie e straziando il suo cuore.
Sappiamo che Fanny Brawne mantenne il lutto per tre anni. Successivamente si sposò ed ebbe tre figli ma non raccontò mai a nessuno la sua storia con Keats se non ai suoi figli. A questi chiese di rendere pubbliche le lettere di Keats solo alla morte del padre, per non dar un inutiledolore al marito.E così accadde. Oggi abbiamo modo di apprezzare questa fitta corrispondenza grazie ad innumerevoli traduzioni e saggi che dall’ottocento ad oggi rendono vivo il ricordo di uno dei maggiori poeti dell’ottocento.
Il nostro viaggio alla riscoperta di John Keats continua e ci rimanda alla sua tomba, perché proprio qui, circa cinquant’anni dopo, Oscar Wilde si inginocchia, medita e poi scrive…