In un periodo storico difficile per la categoria dei giornalisti, in cui posti di lavoro e paghe sono in drastico calo, il Brand Journalism ovvero il “giornalismo d’impresa” sta diventando una nuova concreta opportunità per i giornalisti ed i professionisti della comunicazione per impiegare le competenze acquisite in nuovi campi, con nuove prospettive lavorative tutte da scoprire. Scopo del brand journalism è quello di intrattenere ed intercettare il potenziale pubblico di riferimento dell’azienda lavorando però secondo le regole ed i canoni classici del giornalismo. Fare brand journalism consiste nel lavorare in una testata o un blog di un’azienda che, a differenza del content marketing, non deve per forza parlare dei prodotti e dei servizi dell’azienda.
“I giornalisti possono fare giornalismo aziendale pur mantenendo la loro autonomia ed indipendenza” dichiaraRoberto Zarriello, giornalista responsabile di Tiscali Regioni ed autore del libro “Brand Journalism” appena pubblicato dal Centro di Documentazione Giornalistica. “Si può fare brand journalism offrendo notizie e contenuti interessanti per un particolare tipo di pubblico come ad esempio fece John Deere che creò il primo giornale gratuito per gli agricoltori o come fece la Michelin che creò la famosa “Guida Michelin” per essere utile agli automobilisti in cerca di luoghi interessanti e posti in cui mangiare bene durante i loro spostamenti in auto” continua Zarriello. È quindi il brand journalism la nuova frontiera dei tanti giornalisti che, causa crisi del settore, cercano nuovi sbocchi e nuove opportunità lavorative? E come attrezzarsi per fare brand journalism? “Nel mio libro rispondo esaurientemente a queste domande, fornendo numerosi esempi e casi di successo.
Redbull, Mediolanum, Coca Cola e numerose altre aziende hanno adottato da tempo, e con successo, questo modo di comunicare. Sta accadendo anche in Italia e nel libro riporto anche alcuni esempi di successo italiani” conclude Roberto Zarriello. “Brand Journalism”,