Il bracconaggio provoca alterazioni nell’ecosistema e nell’ambiente in generale. L’azione di contrasto messa in atto dal Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA) del Corpo forestale dello Stato per la repressione, prevenzione ed educazione costituisce l’unico esempio in Europa di un Nucleo specializzato di un corpo di polizia dedicato in modo esclusivo al contrasto del bracconaggio.
Le attività svolte dal NOA a tutela della fauna selvatica nel territorio dello Stato, non trovano altri termini di paragone nel panorama internazionale, così come è stato riconosciuto nella Conferenza che si è svolta in Tunisi nel maggio 2013 in materia di “illegal killing of birds”.
La modifica della normativa in materia venatoria (legge 157/92 art. 21), entrata in vigore nell’agosto 2014, comporta il divieto di commercio di alcune specie che continuano comunque ad essere cacciabili, come ad esempio la beccaccia, il beccaccino, l’alzavola e il fischione.
Un convegno articolato e interessantissimo si è tenuto con le varie relazione tutte tese ad approfondire diversi slot della probolematica. Ecco le tematiche trattate:
Ha aperto i lavori il Corpo forestale dello Stato con Marco Avanzo, e, a seguire, Claudio Marrucci sul tema “Trappole di morte: l’azione di contrasto del Corpo forestale dello Stato”.
Alessandro Andreotti, Funzionario Ispra sull’impatto del bracconaggio sulle popolazioni selvatiche e quindi sulla vita delle specie, dal punto di vista naturalistico e scientifico.
Fulvio Mamone Capria della Lipu parlerà degli hotspots del bracconaggio, anche con riferimento alla Sardegna, mentre Andrea Rutiliano del CABS– Committee Against Bird Slaughter affronterà il tema delle migrazioni pericolose.