Cos’è il diritto all’oblio oncologico? È il diritto di riprendere il cammino della propria vita lì dove si era interrotto prima della diagnosi di tumore; è il diritto a pensare a nuovi progetti. Purtroppo a oggi, nel nostro Paese, chi si è ammalato di tumore resta come marchiato a vita vedendosi tolte molte possibilità. Non dobbiamo dimenticare che dopo un lungo percorso di guarigione, l’obiettivo non è solo restare vivi ma anche godere di una vita piena.
Cos’è il diritto all’oblio oncologico
Per comprendere cosa si intenda per oblio oncologico basta immaginarsi una delle seguenti situazioni. Una persona si reca in banca a chiedere un mutuo per l’acquisto della sua casa. Alcuni moduli a corredo della domanda recano un questionario sul proprio stato di salute e sulle malattie pregresse. Se la persona in questione spunta la casella “tumore” alla sezione malattie avute nel passato, la sua pratica di mutuo non sarà accettata. Stesso discorso per chi voglia stipulare a una polizza assicurativa.
La situazione non cambia nel caso in cui una coppia, di cui uno dei membri sia stato malato di tumore in passato, presenti una domanda di adozione. La domanda sarà respinta. Ricordiamo che, soprattutto per le donne, le terapie oncologiche riducono la fertilità e per molte di loro l’unica strada per la genitorialità è rappresentata appunto dall’adozione.
Si deduce che il diritto all’oblio oncologico consista nella possibilità di non dover dichiarare la propria malattia in contesti di questo genere e di oscurare informazioni in merito.
Il disegno di legge
Come si sta muovendo il nostro paese su questo versante? Lo scorso anno Fondazione AIOM, parte integrante dell’Associazione AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica), ha lanciato la campagna di sensibilizzazione #iononsonoilmiotumore. Una raccolta firme per introdurre nel nostro ordinamento una legge che garantisca il diritto all’oblio oncologico. Su input dell’AIOM, il CNEL (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) ha presentato una proposta di legge che dovrebbe prevedere la possibilità di non dichiarare la propria malattia oncologica a 10 anni dalla guarigione.
Un paziente oncologico in età adulta, infatti, è considerato guarito se sopravvive senza recidive per 10 anni dalla fine delle terapie. Per i pazienti oncologici di età inferiore ai 21 anni, invece, la guarigione è decretata dopo 5 anni di sopravvivenza senza alcuna recidiva.
La proposta, nata all’interno del governo Draghi, si è poi arenata dopo la sua caduta e attualmente non è stata ancora ripresa
La mozione in Lombardia
Intanto, lo scorso 4 luglio, la Regione Lombardia ha approvato all’unanimità una mozione per il riconoscimento del diritto all’oblio oncologico. La Regione Lombardia si impegna a sostenere i pazienti oncologici guariti perché non vengano discriminati. Molti ex pazienti o anche coloro che presentano una mutazione genetica che può sviluppare un cancro, non riescono, talvolta, neanche a trovare un lavoro stabile. Con questo passo si apre una strada importante perché coloro che sono guariti da una malattia oncologica possano riprendere in mano le redini della propria vita, realizzando i progetti a cui tengono.
In copertina foto di Марина Вельможко da Pixabay