Buona la prima. Il Bellini è un viavai di pubblico, emozioni, applausi, sentimenti equidistanti che talvolta si incontrano nel bordello. Chiuso dalla famosa, quanto discussa legge Merlin le ex prostitute si reinventano, sfruttando il mistico, il sovrannaturale, il miracolo. Luogo di perdizione, di sesso sfrenato a pagamento, diventa luogo di pellegrinaggio e miracoli, tutti devoti alla proclamata santa Assunta.
Bordello di mare con città di Enzo Moscato con la sagace regia di Carlo Cerciello è un viaggio continuo, dalla perdizione alla spiritualità. C’è voglia di dimenticare, ma soprattutto di riscatto e sopravvivenza, Assunta la santa ( Fulvia Carotenuto), Madamina (Cristina Donadio), Cleò ( Ivana Maione) e Titina ( Imma Villa), a prima vista tutte protese verso un indirizzo comune, ma, con il passar del tempo lo spettatore più acuto si accorge dell’ individualismo, della meschinità, degli interessi personali delle protagoniste,. Oggi è un vero e proprio santuario per cui è attesa, persino, la visita del Cardinale (Lello Serao) finalmente deciso ad incontrare la santa Assunta; dovrà verificare per conto della Curia se quel luogo di peccato potrà essere consacrato come luogo di culto. C’è la scaltra Titina l’organizzatrice della nuova attività della casa, poiché, con grande spirito imprenditoriale, ha fiutato le potenzialità economiche dell’industria dei miracoli. e Betti, la figlia dodicenne di Titina, già avviata alla prostituzione e c’è un giornalista che intervista le ex meretrici.
Ci sono pozioni magiche e segreti, passioni e vendette, c’è la religione senza spiritualità e c’è Napoli, in un costante bilico tra il sacro e il profano. La truffa ed il raggiro sono l’arma della loro sopravvivenza, ma nulla al confronto della vendetta, della morte dell’anima così ben rappresentata in questa opera, i deliri di Assunta si mescolano alla realtà rendendo tutto buio. Tutti i personaggi di questo dramma, sono ambigui, si vive fra il bene ed il male, ma l’arrivo del Cardinale da il là alle peggiori intenzioni umane: sesso, pedofilia, morte, sono solo ingredienti che vanno miscelati, per rendere il senso reale di dove arriva l’ essere che nasce umano e muore animale feroce.
Grande interpretazione di Enzo Moscato nel ruolo di giornalista, di cronista di una realtà che esso stesso stenta a credere, una realtà difficile da giudicare e da capire fino in fondo.