La donna nell’arte c’è da sempre. Ma spesso come figura silenziosa, corpo da ritrarre, musa ispiratrice dell’artista, lui sì, folgorato dal genio. Mettere al centro della scena chi è ancora relegato ai margini del sistema è uno degli obiettivi principali di BOOMing Contemporary Art Show, la fiera di arte contemporanea “emergente” in programma a Bologna, durante l’Art Week 2020 (23-26 gennaio), all’interno di DumBO, ex scalo ferroviario rigenerato e condiviso da varie realtà sociali e culturali.
L’appuntamento proporrà una Main Section dedicata alle tematiche ambientali e, accanto, la sezione Solo Show dedicata ai “femminismi” e al ruolo delle donne ancora sottorappresentate nel sistema e nel mercato dell’arte. Protagoniste saranno figure femminili di spicco del panorama artistico nazionale e internazionale, a partire da Letizia Battaglia e Silvia Levenson, insieme ad artiste che hanno fatto della tematica femminile il cardine della loro poetica, decostruendone e ricostruendone le fondamenta culturali e storiche e analizzandone i punti sensibili.
“Femminismi” è declinato al plurale e non può essere altrimenti: la questione di genere attraversa una pluralità di approcci e ambiti spazio-temporali differenti. La sezione Solo Show invita a immergersi in una materia complessa, stratificata, ribollente di proiezioni e contraddizioni, trovando una sintesi possibile e uno spazio di riflessione comune.
A condurre la discussione sul tema e aprire un dialogo transgenerazionale con le artiste più giovani sarà della leggendaria fotografa Letizia Battaglia (Palermo, 1935), una delle prime fotoreporter donna e unica donna, in un mondo di uomini, a raccontare con passione militante la lotta alla mafia, dal 1974 al 1991, come direttore del team fotografico del quotidiano L’Ora di Palermo. Sarà presente a BOOMing con una selezione a cura della galleria Alberto Damian dedicata ai suoi soggetti prediletti, ritratti di donne e bambine.
L’impegno civile caratterizza anche l’artista argentina Silvia Levenson (Buenos Aires, 1957). L’artista presenta nello spazio della galleria BI-BOx Art Space una serie degli oggetti più conosciuti della sua ultima produzione: una grande torta nuziale, trasparente come dovrebbe essere il rapporto in una coppia, ma sorprendentemente sormontata da una piccola bomba a mano con la scritta Love/Amore. Tutto quello che dovrebbe comunicare felicità e condivisione ha un suo lato oscuro: l’amore è roseo, a tinte calde e quasi stucchevoli, ma è anche un pericolo latente ai cui effetti di deflagrazione pochi sopravvivono.
A ricostruire storicamente e riflettere sulla condizione tuttora in parte irrisolta delle artiste contemporanee saranno le francesi Mad Meg (Villeurbanne, 1976) ed Elyse Galiano (Strasburgo, 1980). Mad Meg, che ha scelto il titolo di un’opera di Pieter Bruegel il Vecchio non solo come nome d’arte ma anche come manifesto per le sue opere di chiara matrice femminista ispirate ai grandi maestri del passato in cui l’inferno e insieme il potere della condizione femminile sono temi costanti, sarà presentata dalle gallerie Gasparelli Arte e D406 con la sua serie di disegni dedicata ai “Patriarchi”. Galiano, per la galleria Manuel Zoia, esporrà le grandi tele ricamate con lunghi capelli femminili che riproducono in varie lingue testi di protocolli tratti dai manuali di buone maniere diffusi in tutta Europa a partire dal XVIII secolo e dettati per le donne relegandole al ruolo di moglie e madre.
Sulla difficile strada verso l’affermazione come artiste, fra intimismo poetico intriso di ricordi letterari e scontro con l’iperrealismo del presente, anche le italiane Alessandra Baldoni (Perugia, 1976), fotografa dall’età di otto anni, presentata da Zeit Gallery, e la giovanissima Mirijam Heiler (Bressanone, 1991), rappresentata da Vijion Art Gallery. Immersi (o persi) in un enigma di quiete ai limiti dello smarrimento anche i soggetti che discretamente affiorano dalla delicata superficie delle opere pittoriche dell’artista di origini albanesi Alketa Delishaj (Shkoder, 1982) per Divers Project.
Nello stand all’ingresso della sezione, Vibra spazio contemporaneo di idee declinerà il tema “femminismi” in un articolato programma di interventi e performance scandito in quattro tappe per i quattro giorni di fiera. A inaugurarlo sarà la performance di Giovanna Lacedra “Io Sottraggo” in cui l’artista esporrà la sottrazione patologica del cibo. Il secondo giorno sarà la volta di Giulia Lazzaron e della consapevolezza espressa attraverso la fotografia del corpo. Nel weekend spazio all’installazione interattiva ideata dalla mosaicista Silvia Naddeo incentrata sulle ricette del territorio e sulla frustrazione del poterle consumare solo con gli occhi. La domenica le tre artiste interagiranno in una residenza condivisa che concluderà l’indagine sociale sul pregiudizio e sulla misura dell’essere donne e uomini oggi.
Il ruolo della donna è un’emergenza intesa come urgenza, nel pieno rispetto del titolo della fiera – BOOMing – che rappresenta la necessità di emergere e venire in superficie. E l’idea di rappresentare questa emergenza non poteva che partire da una donna, Simona Gavioli, critico d’arte e curatore indipendente, ex direttrice di SetUp, la kermesse d’arte bolognese collaterale ad Arte Fiera, oggi alla guida di questo nuovo format. «La sezione dedicata ai femminismi è potente – spiega l’ideatrice di BOOMing -. Siamo riusciti a portare in fiera artiste di altissimo calibro. Ognuna affronta il tema in maniera personale e originale, dando vita a un progetto eterogeneo ma allo stesso tempo unitario e compatto, come se si fossero unite tutte quante per gridare: “Who runs the world? Girls!”».
Al suo fianco, nel ruolo di organizzatore e producer dell’evento, Doc Creativity: realtà che riunisce professionisti delle attività culturali e creative, parte della Rete Doc, il più grande network cooperativo in Italia nei settori cultura, creatività, musica e spettacolo.