(Adnkronos) – “Con la pandemia Covid c’è stata una diminuzione delle coperture vaccinali per la pertosse e il morbillo, soprattutto nel 2020 e nelle zone più colpite. Poi c’è stata una ripresa delle immunizzazioni e ci siamo riavvicinati al 95% di copertura della popolazione per la pertosse e poco sotto il 95% per il morbillo. Almeno in Italia, ma è chiaro che soprattutto per il morbillo basta scendere di pochi punti rispetto alla copertura che subito rialza la testa. .
Sono due malattie super contagiose e basta davvero poco. E’ chiaro però che la maggior parte dei casi sono registrati nella fascia 15-64 anni, più del 50% sopra i 30 anni. Il morbillo è una malattia che si diffonde oggi più tra gli adulti non vaccinati e che se colpisce un over 60 con altre patologie diventa molto seria. Come lo è la pertosse per i bambini piccoli”. Così all’Adnkronos Salute Giovanni Rezza, docente straordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che interviene sull’allarme lanciato dal Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc), in occasione della Settimana europea dell’immunizzazione, sul boom di morbillo e pertosse in Europa.
“Forse non tutti sanno – e credo neanche tanti medici – che esiste un programma di eliminazione del morbillo dell’Oms che prevede la vaccinazione gratuita. Questo – avverte Rezza – dovrebbe spingere i medici di famiglia a promuovere una migliore conoscenza delle vaccinazioni dei loro assistiti. Siamo di fronte ad un problema non solo italiano, l’Ecdc documenta proprio questo. Dobbiamo – conclude -recuperare gli adulti che non hanno fatto la dose di richiamo e diventano la fascia di popolazione più suscettibile ai focolai di morbillo che stiamo vedendo”.
“E’ davvero deprimente vedere i dati europei Ecdc della pertosse e del morbillo, perché vuol dire essere tornati indietro di moltissimo – dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova – Così tanti casi di morbillo e pertosse in Europa nel 2024, dopo che eravamo arrivati ad un passo da non vedere più queste malattie, è una situazione fuori dal tempo. Nel 2018-2019 eravamo davvero molto vivicini alla vittoria e all’eradicazione”.
“Dobbiamo spiegare alle persone l’importanza dei vaccini, c’è stata una perdita di fiducia ma ora non stiamo lì a cercare di capire il perché ma ripartiamo come fatto negli anni ’80 e ’90 spiegano come i vaccini possono cambiare la nostra vita.
—cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)