Si, ora lo possiamo affermare, c’è proprio un boom di richieste di tamponi (e mascherine) nelle farmacie. Letteralmente prese d’assalto durante le festività natalizie le farmacie con una richiesta abnorme di tamponi, sia quelli rapidi che non, con un’ondata che non accenna a spegnersi nemmeno ora che il periodo festivo va a terminare.
Del resto basta guardare i numeri dei bollettini giornalieri emanati da asl e ministero della sanità per rendersi conto che in un anno il numero di tamponi effettuati in una sola giornata, in media, è aumentato dalle dieci alle dodici volte raggiungendo cifre ragguardevoli anche nei risultati positivi, ovviamente.
Detta così ci sarebbe solo da rallegrarsi perché dovrebbe far denotare una maggiore propensione alla ricerca ed alla vera tracciabilità del virus ampliando il numero di ricerche che si effettuano quotidianamente. In realtà non è affatto questo il dato importante quanto piuttosto il fatto che spessissimo il tampone è considerato come un palliativo della vaccinazione.
Almeno fino agli ultimi cambiamenti per decreto del governo con un tampone (della durata media di 48/72 ore) si poteva accedere a locali pubblici, luoghi di lavoro ed altre variegate attività come finanche andare allo stadio a vedere la propria squadra del cuore. Adesso non più per la stretta arrivata poco prima di Natale e che dal 10 gennaio darà ancora un ulteriore giro alla vite.
Con il decreto legge n. 229 del 30 dicembre 2021 contenente misure urgenti per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 e disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria si stabilisce che, dal 10 gennaio l’accesso a servizi e attività è consentito esclusivamente ai soggetti in possesso delle certificazioni verdi COVID-19 (Super Green Pass)
Boom di richieste di tamponi ma solo con il Green Pass si accede
Le attività dove sarà consentito l’accesso solo con Super Green Pass, rilasciato ai soli vaccinati in ciclo completo, sono:
- a) alberghi e altre strutture recettive
- b) sagre e fiere, convegni e congressi
- c) feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose
Green Pass esteso anche all’utilizzo dei mezzi di trasporto locale e anche per accedere a:
- a) impianti di risalita con finalità turistico-commerciale, anche se ubicati in comprensori sciistici
- b) servizi di ristorazione all’aperto
- c) piscine, palestre, sport di squadra e di contatto, centri benessere
- d) centri culturali, centri sociali e ricreativi per le attività all’aperto
Problema tamponi e mascherine
Al di là delle questioni di principio sul costo del tampone e chi lo debba sostenere che ha suscitato tante polemiche in questo anno passato dove si è cercato ora d’imporlo ai lavoratori ora alle aziende imbastendo addirittura trattative sindacali in merito.
Qui ci riferiamo a quella fascia di tamponi non utilizzati in via esclusiva per questioni lavorative ma anche ludico ricreative e d’intrattenimento.
Sta di fatto che il costo del tampone che ricade nelle tasche di chi lo fa non è affatto a buon mercato. Se si pensa che in altri Paesi europei il costo è di pochi euro (a volte nemmeno si arriva a 2) in Italia – vuoi per disincentivarne l’uso indiscriminato e per altre ratio non conosciute)- il costo si aggira sulle decine di euro, a volte anche svariate decine.
Un costo pesante cui si va ad unire ora anche quello delle mascherine. Il governo ha praticamente bandito quelle chirurgiche per i luoghi al chiuso dove ora è obbligatoria la Ffp2 e il costo delle stesse sta schizzando alle stelle. Siamo ormai arrivati a 1 euro nella vendita al dettaglio e il prezzo sale giorno per giorno.
E’ vero che siamo in regime di mercato e sono domanda ed offerta a fare il prezzo. E’ anche vero, però, che non siamo nella condizione di due anni fa quando l’offerta era quasi zero per mancanza di produzione. Oggi la disponibilità della merce c’è si è solo innestato un processo inflattivo-speculativo cui bisognerebbe subito mettere un freno.
Se è vero come è vero che stiamo parlando, sia per tamponi che per mascherine, di generi di prima necessità ormai l’intervento del governo per fissare un calmiere è d’obbligo e non più prorogabile, come probabilmente il ricorso all’obbligo vaccinale per uscire dalla crisi pandemica.