Bonus Benzina 2022: Per far fronte all’aumento dei prezzi e all’inflazione, con il Decreto Legge del 21 Marzo 2022 n.21, il Governo Draghi ha previsto alcune misure urgenti da adottare per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi del gas in Ucraina.
L’Articolo 1 è entrato in vigore a partire dal 22 Marzo 2022, con validità di 30 giorni. Esso prevedeva una riduzione delle aliquote di accisa sulla benzina e sul gasolio pari a 478,40 euro per 1000 litri per la benzina (pari a 0,4784 euro al litro) e a 367,40 euro per 1000 litri per gasolio e olio da gas (0,3674 euro al litro).
Analizzando il grafico di seguito, possiamo avere un’idea generale dell’andamento dei prezzi della benzina, gasolio e gpl nell’ultimo anno. Come detto precedentemente, il conflitto Russo – Ucraino ha avuto un impatto decisivo, infatti a marzo 2022 si è registrato un notevole aumento del prezzo del carburante, dovuto all’impossibilità da parte dell’Ucraina di fornire gas naturale. Tuttavia, si nota una decrescita ad Aprile, dovuta all’adozione delle misure previste dal Governo.
Cos’è il Bonus Benzina 2022?
Il 3 Giugno 2022 è avvenuta la ripubblicazione del Decreto Legge del 21 Marzo 2022, con l’introduzione dell’Articolo 2, con il quale viene introdotto il Bonus Benzina 2022 (o Bonus Carburante). Tale bonus rappresenta un buono di massimo 200 euro per dipendente, che i datori di lavoro privati possono riconoscere ai lavoratori dipendenti per l’acquisto esclusivo di carburanti.
Tale ammontare non concorre alla formazione del reddito, dunque è esente da contributi fiscali e da imposte e non va considerato insieme agli altri benefit aziendali. Esso viene infatti ritenuto come un’aggiunta separata del “fringe benefit” (benefit aziendali non in denaro) che prevede un importo massimo di 258,23 euro erogato sotto forma di servizi o beni. Il dipendente riceverà quindi un totale di 458,23 euro sotto forma di benefit aziendali (200 + 258,23 euro).
Come ottenere il bonus benzina?
Fino ad oggi, non sono previsti alcuni requisiti per poter ricevere il Bonus Benzina. Infatti, per richiedere il Bonus Carburante non sarà necessaria alcuna azione da parte del ricevente. Non è dunque necessario fare domanda per ottenerlo. Sarà invece a discrezione e a carico dell’azienda privata, consegnare tale somma ai propri dipendenti. L’erogazione da parte dell’azienda privata può avvenire entro e non oltre il 31 dicembre 2022.
Il Bonus Benzina è vantaggioso sia per le aziende che per i lavoratori:
- Per le aziende: esso non costituisce un costo in quanto può essere interamente deducibile dal reddito d’impresa.
- Per i dipendenti: è esente da tassazioni in quanto non concorre alla formazione del reddito; inoltre il singolo non deve presentare alcuna domanda o mostrare prova dell’ISEE o dello stipendio.
I riceventi del bonus benzina 2022 sono tutti i lavoratori titolari di reddito di lavoro dipendente, coloro che svolgono qualunque tipo di attività commerciale e i lavoratori autonomi se hanno a carico dipendenti. Indipendentemente dall’ammontare totale dello stipendio.
Vengono esclusi dal bonus carburante le amministrazioni pubbliche.
Il bonus ha una scadenza?
La scadenza per usufruire del bonus verrà riportata sul buono stesso. Dopo tale data il ricevente non potrà più fare uso dell’importo. Se utilizzato parzialmente, in seguito alla data di scadenza, il ricevente non sarà in grado di recuperare la somma mancante.
Come utilizzare il bonus carburante?
Il ricevente del bonus dovrà mostrare il buono nel distributore scelto e l’importo richiesto verrà scalato dai 200 euro fino a raggiungere il completo utilizzo. Per sapere l’ammontare ancora disponibile sul voucher è possibile chiedere all’operatore nel distributore scelto.
Il ricevente può beneficiare dell’importo per rifornirsi di carburante (benzina, gasolio, metano o gpl) ma anche per la ricarica dei veicoli ad energia elettrica o ibridi (in questo caso il buono potrà essere esclusivamente utilizzato per veicoli elettrici).
E se investissimo in altro?
Dopo un’analisi del Bonus Benzina, dobbiamo chiederci: Questa alternativa è davvero utile per combattere l’aumento dell’inflazione? Se così non fosse, i fondi ottenuti per stanziare il Bonus Benzina sarebbero potuti essere investiti in altri settori?
Il nostro Paese è da anni che trascura settori come quello sanitario e dell’istruzione. Tra le economie più avanzate, l’Italia è ultima in termini di spesa in rapporto al totale della spesa pubblica.
Il Governo italiano non investe nell’istruzione e, a dimostrarlo sono i dati. Dal 2007 al 2017 la spesa per l’istruzione è scesa dal 4,5% al 3,8%. Anche la media europea è diminuita negli ultimi anni, tuttavia non scende sotto il 4,7%. Peggio di noi c’è solo Irlanda (3,1%) e Romania (3,6%), mentre paesi come Svezia, Danimarca e Belgio hanno addirittura superato il 6%.
Non meglio se facciamo riferimento al settore sanitario. Negli ultimi 10 anni infatti, ci sono stati 37 miliardi di euro in tagli che si traducono in 70 mila posti letto in meno, 200 ospedali chiusi e 46 mila dipendenti in meno. Sebbene dal 2011 la spesa sanitaria è aumentata, passando da 105,6 miliardi a 114,4, con essa è aumentata anche l’inflazione. Paragonando i nostri dati con quelli degli altri paesi, la spesa italiana nella sanità (6,5%) risulta essere inferiore a quella dei paesi europei.