Il prossimo 1° ottobre diversi consumatori, sia domestici che professionali e industriali, riscontreranno un aumento del costo delle bollette energia. Un rincaro, dovuto alla più classica delle leggi del mercato, l’incrocio tra domanda e offerta, in un momento storico in cui le energie da fonti rinnovabili non assicurano ancora l’autonomia dalle fonti tradizionali, che potrebbe aggirarsi tra il 30% e il 40%. Così il governo Draghi sta pensando a un decreto che contrasti il fenomeno.
Cosa paghiamo
Iniziamo col ricapitolare le diverse voci di costo incluse in una bolletta della corrente elettrica:
- materia energia: sono i costi sostenuti dall’azienda per fornire l’erogazione dell’energia all’utente e vanno dall’acquisto di energia, al dispacciamento, alla perequazione;
- trasporto e gestione del contatore: sono i costi che consentono di portare l’elettricità agli utenti;
- oneri di sistema: spese che riguardano l’intero sistema elettrico. Tra queste voci ci sono anche quelle relative all’incentivo alle energie rinnovabili, quelle per lo smaltimento delle centrali nucleari, per garantire le tariffe agevolate per il settore ferroviario, per finanziare gli interventi di efficienza energetica, il bonus elettrico;
- imposte: accise (relative al consumo) e IVA (sul valore aggiunto);
- Canone tv: l’abbonamento per l’uso del televisore.
Chi si vedrà gli aumenti in bolletta
Gli utenti con contratto in essere (in genere prevedono prezzi bloccati per 12 o 24 mesi) non troveranno sorprese. Coloro che sono ancora nel mercato di maggior tutela e quanti hanno il contratto in scadenza, dovranno fare i conti (è il caso di dirlo) con i nuovi costi delle bollette dell’energia. Secondo quanto annunciato dal ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani, i rincari si aggireranno intorno al 40% anche se non è chiaro se il riferimento fosse all’intera bolletta o al solo prezzo dell’energia. Nel primo caso parliamo di 20 euro in più, nel secondo di circa 15 euro.
L’aumento del costo delle bollette energia
Questo improvviso aumento, si diceva, è la diretta conseguenza di uno squilibrio nel rapporto tra domanda e offerta di gas metano a favore della prima. A una forte richiesta di gas, cioè, si è contrapposta una ridotta offerta. L’Italia e diversi altri Paesi europei (il fenomeno, infatti, è più esteso rispetto ai confini nazionali), si sono trovati ad avere un maggior fabbisogno di gas. Si pensi che in Italia l’erogazione dell’elettricità dipende in parte dal gas mentre in Inghilterra, per esempio, la mancanza di vento ha reso impossibile il ricorso all’energia eolica. Dal canto suo la produzione di gas ha subito un forte calo a causa della pandemia. Per azzerare l’impatto di questi rincari sugli utenti italiani, il governo sta pensando a un decreto ad hoc. Un decreto che, con ogni probabilità andrà ad abrogare o minimizzare una delle voci di costo prima esposte. Vedremo quale sarà.
In copertina foto di Free-Photos da Pixabay