Esattamente 40 anni fa, infatti, il 23 settembre 1980 – data simbolo per tutti i fan del reggae e non solo – Bob Marley e la sua band, The Wailers, si esibivano con il loro “Uprising Tour” in Pennsylvania, allo Stanley Theater. Sarebbe stato il suo ultimo concerto, prima della prematura scomparsa (11 maggio 1981).
Bob Marley: star del reggae
Diventato un eroe per milioni di persone grazie a canzoni che parlano di sofferenza e salvezza, sebbene esausto e già provato dalla malattia, in quella serata memorabile Bob Marley propose una grandiosa e trionfale setlist: successi come Coming in from the Cold, Work, Could You Be Loved, la leggendaria Redemption Song e Zion Train (tratti dall’album pubblicato quell’anno, “Uprising”) ma anche classici del suo repertorio come Positive Vibration, No Woman, No Cry, Jamming, Exodus e Is This Love.
Get Up Stand Up sarebbe stato ufficialmente l’ultimo brano proposto live. Anni dopo Roger Steffens, biografo ufficiale di Marley, dichiarò: «Bob salì su quel palco sapendo di essere condannato ma, ascoltando lo show, non ci sono segni di dolore, nessuna debolezza: è un’emozione straordinaria».
Premi su premi per la sua discografia
Il catalogo musicale di Marley ha venduto milioni di album in tutto il mondo e, tra i riconoscimenti ottenuti, sono inclusi la Rock and Roll Hall of Fame (1994) e la ASCAP Songwriters Hall of Fame (2010), un GRAMMY® Lifetime Achievement Award (2001), oltre a numerose Nomination nella GRAMMY® Hall Of Fame ed una stella nell’Hollywood Walk of Fame (2001). Capolavori in grado di trasmettere l’eredità artistica, sociale e spirituale di un artista che, nell’era digitale, continua ad avere un successo straordinario sul pubblico di ogni età, risultando, secondo i Social Media, l’Artista più popolare di qualsiasi celebrità postuma, con la pagina Facebook ufficiale seguita da oltre 70 milioni di fan.