Il manifesto della Blister Art è stato lanciato dall’artista e critica d’arte Barbara Gioiello il 28 novembre scorso.
Seguendo la scia degli artisti situazionisti e dadaisti Barbara Gioiello, artista e critica d’arte, ha lanciato il manifesto della Blister Art il 28 novembre del 2019.
Barbara Gioiello, per scrivere il manifesto della Blister Art, è partita dalla sua esperienza personale.
L’assunzione di medicine a causa di una condizione medica, la ha portata a utilizzarle anche a fini creativi. Il manifesto della Blister Art prevede l’utilizzo dei blister di medicine che vengono utilizzare per curare una patologia per creare delle opere d’arte. In questo modo si intende evidenziare l’aspetto positivo della cura e del progresso della ricerca scientifica. “Oggi, grazie alla medicina, possiamo risolvere o circoscrivere malattie che prima erano incurabili. Sotto questo aspetto il farmaco è un elemento da celebrare, e con il manifesto della Blister Art vogliamo farlo attraverso l’arte“, è quanto afferma Barbara Gioiello a Cinquecolonne.it.
Le regole del manifesto
Il manifesto enuncia alcune regole che il curante-artista deve seguire per fare del proprio processo curativo un’arte. Uno dei dodici punti che compongono il manifesto recita che “I blister usati nelle opere devono essere necessariamente residui della cura dell’artista. La debolezza della malattia è la condizione sine qua non per innescare il processo di inversione. Solo la malattia può innescare l’iter di eccellenza per la creatività. Sono accettati tutti i tipi di blister e quindi tutti i tipi di farmaci purché servano a curare una specifica malattia. Ognuno può portare il proprio contributo individuale alla Blister Art secondo la propria malattia e il proprio personale processo di guarigione.”
Come Marcel Duchamp
Come il celebre Marcel Duchamp ha preso un orinatoio cambiandone il senso dell’oggetto tramutandolo in un’opera d’arte, Barbara vuole utilizzare i prodotti di scarto delle cure mediche cambiandone il significato in senso artistico. Non solo per attuare un processo di edulcorazione della patologia da parte di chi ne è colpito, ma anche per abbattere lo stigma verso le persone che soffrono di malattie particolari. “Ci sono patologie verso le quali c’è molto stigma da parte ella società, – dice Barbara – come può essere ad esempio quella dell’HIV o qualsiasi altra malattia che richiede un utilizzo costante e continuativo di farmaci. E questo può portare le persone a isolarsi. Attraverso la Blister Art invece si vuole favorire la socialità e abbattere lo stigma e il pregiudizio nei confronti di chi ha una malattia, celebrandone il processo curativo“.