Presso la Biblioteca del ‘Gabinetto Viesseuux’ a Firenze, si terrà la presentazione del volume: ‘Bisogna vivere più di una vita. Giuseppe Vannicola cento anni dopo’, tratto dagli Atti del convegno tenutosi a Macerata e Montegiorgio il 26 e 27 novembre 2015. La pubblicazione è l’occasione per riscoprire l’opera dello scrittore e musicista marchigiano, traduttore di Wilde e amico di Marinetti, nel centenario della morte.
Giuseppe Vannicola, ‘ultimo bohemien d’Italia‘, ebbe una vita breve, segnata da estro ed esagerazioni: nato a Montegiorgio il 18 novembre 1876, e morto a Capri il 10 agosto 1915 (in condizioni misteriose), Vannicola è stato musicista, traduttore, scrittore, giornalista, poeta, editore, promotore culturale, sperimentando percorsi creativi differenti, maturando collaborazioni prestigiose, con i vociani e i futuristi in particolare, interagendo con l’ambiente culturale parigino e i circoli romani e napoletani, a conferma del suo eclettismo.
Di qui la proposta di approfondire ‘le opere e i giorni’ di Vannicola a cent’anni dalla sua scomparsa, nel corso di due giornate di studio promosse dall’Università marchigiana e dal paese natale dell’artista, con la collaborazione dell’Academia elpidiana di studi storici, con il contributo della Fondazione cassa di risparmio della provincia di Macerata e il patrocinio del Consiglio regionale.
Laura Melosi, professore associato di Letteratura italiana presso l’Università di Macerata e componente del Comitato scientifico per le celebrazioni del centenario dello scrittore, così lo definisce: “Amico di Marinetti, Papini, Prezzolini, Giuseppe Vannicola appartiene a quella schiera di intellettuali di primo Novecento che sono stati capaci di valicare la dimensione meramente locale per affermarsi sul piano nazionale (a Milano, Firenze, Roma, Napoli) ed europeo (soprattutto a Parigi), all’insegna di un eclettismo culturale tipico dell’Italia post-unitaria“.