Un week end di violenza e morte quello appena trascorso, il primo del mese di settembre, segnato da due episodi che, sebbene, accaduti in luoghi distanti ripropongono lo stesso problema. Nella notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre, a Birmingham, in Grand Bretagna, un uomo ha ucciso una persona e ferito altre sette, a Colleferro, in provincia di Roma, un ragazzo italo capoverdiano, Willy Monteiro Duarte, è morto nel tentativo di sventare una rissa. Nel primo caso il presunto assalitore autore degli accoltellamenti di Birmingham è stato arrestato, a Colleferro i quattro autori del pestaggio sono stati, invece, identificati e arrestati.
Chi è l’assalitore responsabile degli accoltellamenti di Birmingham
Non è stata resa nota l’identità del giovane di 27 anni arrestato perché ritenuto l’autore degli episodi di violenza che hanno scosso la città inglese sabato notte nel pieno della movida. Ciò che sappiamo è che gli accoltellamenti si sono verificati in diversi quartieri della città e che dei sette feriti, due sono in gravi condizioni. Qualche notizia in più l’abbiamo, invece, sugli assassini di Willy Monteiro Duarte. Sono quattro ragazzi di Artena, piccolo centro della Ciociaria, già noti alle forze dell’ordine. Il ragazzo di 21 anni originario di Capo Verde stava rientrando a casa dopo una serata con gli amici, aveva visto un amico in difficoltà e aveva deciso di intervenire in suo aiuto. La questione sembrava essersi risolta ma il ragazzo che stava importunando l’amico di Willy fa una telefonata ed ecco che in pochi minuti arrivano i rinforzi. Un suv dal quale scendono due energumeni e inizia la brutale sequenza di calci, pugni, sferrati al viso, ai fianchi, allo sterno. Sono colpi precisi, in punti del corpo studiati: chi li mette a segno sa quello che fa. Le urla del ragazzo non convincono i due delinquenti a smetterla. Saranno contenti solo quando la loro vittima smetterà di respirare.
Una comunità terrorizzata
Non si può morire di sabato sera durante un’uscita con gli amici è il commento di quanti conoscevano il giovane Willy. Prima o poi doveva accadere è la considerazione unanime di una comunità scossa da tanta violenza. Una comunità che da anni subiva quei piccoli gesti di sopraffazione, l’arroganza, la prepotenza, poi divenuti sempre più grandi. Spacciavano droga ed erano pronti a picchiare chiunque intralciasse il loro cammino. Erano patiti di arti marziali, Mixed Martial Art (Mma) in particolare, dalle quali avevano imparato la tecnica ma non lo spirito. Le foto dei loro profili Facebook, nelle quali apparivano super palestrati e tatuati, riportavano spesso frasi inneggianti alla violenza e alla prepotenza. Nessuno osava mettersi contro di loro, o almeno, fino a sabato quando alcuni testimoni dell’aggressione hanno preso il numero di targa del suv e chiamato i carabinieri.
Una vita… dietro le sbarre
I quattro ragazzi, facilmente rintracciati nel bar di famiglia, dove si godevano una birra dopo la “missione compiuta”, sono stati arrestati con l’accusa di omicidio preterintenzionale e sono in attesa dell’udienza di convalida del fermo. Intanto sui social, quegli stessi usati per mostrare la loro arroganza, ora piovono insulti e maledizioni per aver spezzato i sogni di un ragazzo che voleva fare il cuoco e indossare la maglia della Roma.