Il Consiglio Europeo ha adottato misure di emergenza per l’esecuzione e il finanziamento del bilancio dell’UE per il 2019 in caso di Brexit senza accordo.
L’obiettivo delle misure in questione è mitigare l’impatto di un’eventuale Brexit senza accordo sui finanziamenti in un’ampia gamma di settori, quali la ricerca e l’agricoltura.
Cosa prevedono le direttive sul bilancio dell’Unione Europea per il 2019
In questo modo l’UE potrà continuare a effettuare pagamenti ai beneficiari del Regno Unito per i contratti sottoscritti e le decisioni adottate prima della data di recesso, purché il Regno Unito continui a versare i contributi concordati nel bilancio dell’UE per il 2019.
Il 17 aprile 2019 il Parlamento europeo ha dato la sua approvazione a questo quadro di emergenza. “Un’eventuale Brexit senza accordo non inficia il principio di base secondo il quale l’UE a 27 e il Regno Unito devono onorare gli impegni finanziari assunti da entrambi. Le misure concordate oggi contribuiranno a garantirlo. Queste misure, di cui beneficeranno i cittadini e gli organismi del Regno Unito, permetteranno di evitare eventuali ripercussioni negative sugli altri beneficiari di finanziamenti dell’UE.” ha dichiarato Mika Lintilä, ministro delle finanze della Finlandia, paese che attualmente esercita la presidenza del Consiglio
Secondo il quadro di emergenza concordato, il Regno Unito dovrà confermare per iscritto che contribuirà al finanziamento del bilancio dell’UE adottato per il 2019. È inoltre previsto che accetti i necessari controlli e audit per i programmi e le azioni dell’UE e che effettui il primo versamento al bilancio dell’UE per il periodo successivo al suo recesso. Solo nel caso in cui tali condizioni siano rispettate sarebbe mantenuta l’ammissibilità del Regno Unito e dei suoi organismi al finanziamento dal bilancio dell’UE nel 2019.
Se il Regno Unito verserà il proprio contributo per l’intero 2019, per l’anno in questione il paese e i suoi organismi risulteranno inoltre ammissibili ai fini delle condizioni specificate nei bandi di gara, negli inviti a presentare proposte, nei concorsi o nelle altre procedure che possono dar luogo a un finanziamento dal bilancio dell’UE, a eccezione dei casi specifici connessi alla sicurezza e alla perdita dello status di membro della Banca europea per gli investimenti da parte del Regno Unito.
Le misure di emergenza consentirebbero inoltre di proseguire il finanziamento a favore di beneficiari negli Stati membri dell’UE nei casi in cui l’ammissibilità è subordinata all’appartenenza del Regno Unito all’UE, a condizione che i pertinenti contratti legali e decisioni giuridiche siano stati sottoscritti o adottati prima del recesso del Regno Unito.
Il quadro di emergenza cesserebbe di applicarsi qualora il Regno Unito interrompesse i pagamenti oppure si osservassero carenze significative nell’esecuzione dei controlli e degli audit.
Ciò non pregiudica un accordo, da negoziare in caso di Brexit senza accordo, in merito a una liquidazione finanziaria tra l’UE e il Regno Unito, che dovrebbe coprire tutti gli obblighi reciproci risultanti dall’appartenenza del Regno Unito all’UE.
Le misure concordate oggi sono tese a mantenere invariate le quote relative degli Stati membri dell’UE a 27 nel finanziamento del bilancio dell’UE per il 2019.
Da quando il Regno Unito ha notificato l’intenzione di recedere dall’UE, l’Unione ha affermato costantemente che sia l’UE che il Regno Unito dovrebbero rispettare gli obblighi finanziari risultanti dall’intero periodo in cui il Regno Unito ha fatto parte dell’UE. Questo principio è stato ribadito negli orientamenti del Consiglio europeo (Articolo 50) del 29 aprile 2017 per i negoziati sulla Brexit e si rispecchia nel progetto di accordo di recesso concordato dai 27 Stati membri e dal governo del Regno Unito nel novembre 2018. L’assenza di un accordo alla data del recesso non inciderebbe su tale principio guida.