Elogio della luce
La Biennale Light Art Mantova 2020, Elogio della luce tra destrutturazione e ricostruzione degli spazi, apre finalmente le porte ai visitatori nella splendida Casa del Mantegna. La mostra è visibile fino al 09 aprile 2021 e accoglierà opere di Light Art e Black Light dislocate tra il Giardino, gli ambienti interni della Casa del Mantegna e l’adiacente Tempio di San Sebastiano.
Protagonista dell’esposizione è la luce, simbolo anche di speranza verso un futuro meno buio e incerto, una rinascita e una ripresa di cui si fa portavoce anche il mondo dell’arte .
L’esposizione è stata realizzata con il sostegno di Eni e si articola in due sezioni, una dedicata alla Light Art (curata da Vittorio Erlindo) e l’altra alla Black Light (a cura di Gisella Gellini e Gaetano Corica). La Biennale Light Art Mantova 2020 mette in mostra ben 34 opere di arte contemporanea, realizzate da artisti di fama internazionale nella cornice suggestiva della Casa del Mantegna.
Segnaliamo inoltre il catalogo della mostra edito dal Il Rio Edizioni, ricco di foto delle opere in mostra e di contenuti esclusivi. La prima parte del catalogo è dedicata al contributo dei curatori delle due sezioni mentre la seconda si concentra particolarmente sulla storia e l’opera di ristrutturazione della Casa del Mantegna.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare il curatore generale della Biennale Light Art Mantova 2020, Vittorio Erlindo, che ci ha fornito molti dettagli sull’intera esposizione.
Biennale Light Art Mantova 2020: intervista a Vittorio Erlindo
Lei in diverse occasioni, all’interno del catalogo, specifica che l’arte è strettamente legata alla scienza più di quanto immaginiamo. C’è un’opera tra quelle esposte in mostra che più di altre le richiama alla mente questo legame?
L’arte è anche scienza in alcuni tratti specifici del suo compiersi. Penso alla ricerca scientifica sul colore, alla teoria del colore, al tema della sua percezione o altro ancora. Non è inutile citare Matisse, Goethe, Kandinsky, lo stesso Van Gogh, all’amico Luigi Veronesi, alle ricerche della Bauhaus. Nel caso della Light Art e Black light, l’essenza materiale delle loro realizzazioni sono figlie di ricerche scientifiche e di prodotti della techne. Vorrei evitare di dire quale sia l’opera più strettamente legata alla scienza perché sono quasi tutte legate filosoficamente e scientificamente alla scienza.
Il fil rouge di tutta la mostra è la luce. Che messaggio avete voluto mandare con Biennale Light Art Mantova 2020 attraverso le opere “in luce” esposte?
Non poteva che essere così perché è la luce che ha reso possibile la conoscenza e le civiltà nel mondo. Il messaggio della Biennale è che un utilizzo scientifico e artistico della luce potrebbe rendere possibile un’illuminazione diversa e più appropriata delle città. Oggi ci sono le condizioni per farlo in maniera estesa riducendo al contempo sia i consumi che l’eccessiva illuminazione del cielo che impedisce, ad esempio in pianura padana, di vedere le stelle.
Lei ha scelto il piano terra della Casa del Mantegna per le opere in Black Light, detta anche Luce di Wood dal nome del suo inventore. Ci può spiegare cosa ha di caratteristico questo tipo di arte?
Il posizionamento al piano terra della Black Light è dovuto essenzialmente all’esistenza di una pannellatura che invece manca del tutto al piano superiore. La luce nera o luce di wood la dobbiamo a Robert Williams Wood, studioso di spettroscopia, fosforescenza e della stessa diffrazione della luce. La luce di wood rispetto ai neon comuni utilizza dei filtri che tramettono solo i raggi luminosi compresi nella gamma degli ultravioletti di tipo A (onde ultraviolette con una lunghezza d’onda intorno ai 360 nm) che, non essendo quasi percepiti dall’occhio umano e illuminando superfici fosforescenti e fluorescenti di fatto “accendono” le opere mantenendo il buio nella stanze. La luce di wood e chiamata anche luce nera proprio perché non altera la luce esistente in un determinato spazio.
Un elemento molto interessante all’interno delle opere di Black Light è il dinamismo che modifica la fruizione dell’opera da parte del pubblico. Ci può spiegare meglio questo concetto?
Il dinamismo percettivo delle opere di black light è determinato dagli stadi di illuminazione delle opere: buio completo, luce normale, luce di wood. Per ognuno di questi tre stadi vi è una diversa visione dell’opera. Lo spazio di regolazione del tempo fra i tre stadi di ogni singola opera fornisce un ulteriore elemento di percezione.
Perché ha scelto proprio la Casa del Mantegna per ospitare la Biennale Light Art Mantova 2020?
La scelta della Casa del Mantegna è stata fatta in considerazione di una diversa spazialità dell’edificio che ha permesso di ospitare molti più artisti rispetto le passate edizioni e di poter vedere da vicino le opere. Ad ogni spazio fisico corrisponde un’esposizione diversa e spesso anche l’invito ad artisti diversi. Dopo due anni in Palazzo Ducale ho ritenuto che la Casa del Mantegna fosse una buona location per poter presentare più artisti e dare la possibilità ai visitatori di vedere le opere da vicino, cosa preclusa a Palazzo Ducale. La Biennale Light Art è nata a Mantova e intende mantenere uno stretto collegamento con la città, sempre precludersi in futuro eventuali collaborazioni nazionali e internazionali.
Foto di copertina: Paolo Scirpa La XII ora