L’UE ha deciso di prorogare fino al 28 febbraio 2022 le misure restrittive nei confronti dei funzionari di alto livello responsabili della violenta repressione e intimidazione di manifestanti pacifici, membri dell’opposizione e giornalisti in Bielorussia, nonché responsabili di frodi elettorali. Le sanzioni dell’UE si rivolgono anche agli attori economici, agli imprenditori di spicco e alle imprese che beneficiano e/o sostengono il regime di Alexandr Lukashenko.
Bielorussia: le decisioni dell’Ue
Dopo le fraudolente elezioni presidenziali dell’agosto 2020 e la conseguente ondata di manifestazioni violentemente depresse dalle autorità bielorusse, l’UE ha imposto sanzioni in ottobre, novembre e dicembre 2020, segnalando così agli attori politici ed economici responsabili che le loro azioni e il loro sostegno al regime dovrebbero avere un costo.
Le misure restrittive consistono nel divieto di viaggio nell’UE e nel congelamento dei beni per le persone quotate – attualmente 88persone – tra cui Alexandr Lukashenko – e in un congelamento dei beni applicabile a 7 entità. Inoltre, alle persone e alle entità dell’UE è vietato mettere a disposizione fondi per coloro che sono elencati, direttamente o indirettamente.
L’Ue segue da vicino l’evoluzione della situazione in Bielorussia. Il 22 febbraio 2021 il Consiglio “Affari esteri” ha sottolineato che, in considerazione del persistere della mancato rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani e della repressione del popolo bielorusso e della società civile da parte delle autorità, l’UE prenderà in considerazione ulteriori sanzioni. Inoltre, l’Unione europea continuerà a sostenere il popolo bielorusso nella sua legittima richiesta di democrazia, anche attraverso il sostegno alla società civile e ai mezzi di comunicazione indipendenti.