I rapporti tra Biden ed Ucraina non nascono in risposta alla recente guerra ed invasione russa. Ci sono tanti rapporti privati che non sono passati inosservati.
Il caso Burisma Holdings
Siamo ad aprile 2014 quando la Burisma Holdings, la maggiore compagnia energetica dell’Ucraina (attiva sia su gas che petrolio), assume per una consulenza proprio Hunter Biden, figlio dell’attuale presidente americano. “Biden Jr.” viene assunto con uno stipendio di 50mila dollari al mese. Uno stipendio non basso ma comunque tutto trasparente. Le grane arrivarono dalle opposizioni che si scagliarono contro il presidente a stelle e strisce accusandolo di conflitto d’interessi. In quel momento, infatti, Joe Biden sta supportando una politica americana volta a far riprendere il possesso da parte dell’Ucraina di quelle zone del Donbass ora divenute Repubbliche riconosciute dalla Russia. Insomma, la politica internazionale intrecciata a quella economica che ha fatto storcere il naso anche ai media americani in quegli anni.
Trump, l’elezione e le fake news
E si arriva al 2017 anno in cui diventa presidente Donald Trump. E arriva alla Casa Bianca anche grazie all’uso, un po’ arrembante dei social network. Solo dopo la sua elezione si scoprono aziende come Cambridge Analytica che usava informazioni degli utenti di Facebook per pilotare informazioni spesso e volentieri fasulle che però hanno pilotato il voto alle presidenziali. E poi gli hacker russi, i quali, su ordine di Putin stando a quanto dichiarato mesi dopo dalla Cia, danneggiarono la campagna dell’altra candidata Hillary Clinton. L’elezione di Trump fece fuori “l’amico” dell’Ucraina, Joe Biden.
L’Ucrainagate su Joe Biden
Durante la campagna elettorale del 2020 scoppiò l’Ucrainagate. Donald Trump nel tentativo di screditare il suo avversario fece pressioni sul presidente Volodymyr Zelensky affinché aprisse un’inchiesta nei confronti del figlio di Biden e dei rapporti con la Burisma Holdings. Una inchiesta che avrebbe potuto mettere in cattiva luce Biden. Trump in una telefonata con Zelensky fece capire che gli aiuti all’Ucraina erano legati all’apertura di questa inchiesta. Ed effettivamente gli aiuti economici e militari all’Ucraina furono bloccato pochi minuti dopo quella telefonata. Evidentemente Zelensky non aveva dato “garanzie” sufficienti su quell’inchiesta. Ma quella telefonata (oltre a una serie di testimonianze) aprì di fatto la porta all’impeachment contro il tycoon.