Bibliocabina, anche in Italia la moda nordeuropea Sarebbe ridondante dire che in Italia si legge poco, non si bada e non si tutela la cultura (crolli di Pompei docet) o che alla lettura si preferisce molto altro.
Questo è appurato, così come ormai si è certi che bisogna sempre contribuire alla diffusione facile (ed economica) della cultura con le tante iniziative che in tutto il territorio nazionale varie organizzazioni creano e patrocinano. Un esempio di queste iniziative sono i bookcrossing, lo scambio di libri in strada. Qualcosa di simile si fa anche in nord Europa, in paesi dove, dati alla mano, la media di lettori e libri letti ogni anno è molto più alta del nostro Bel Paese.
Lo scambio non avviene tra due persone direttamente ma ognuno è libero di prendere un libro in prestito, a patto di restituirlo. A Londra ci sono le “telephone booth book”. Vecchie cabine telefoniche riutilizzate come degli scaffali sui marciapiedi. All’interno ci sono libri che chiunque può prelevare, poi restituire. Conoscendo il senso civico non proprio alto degli italiani, è lecito immaginare un’appropriazione indebita di un testo. Forse (anzi, probabilmente), anche nei paesi sopracitati avvengono cose del genere ma si sa, noi siamo particolari. Fenomeno che se dovesse diffondersi sarebbe meglio arrestare anche se forse è meglio rubare libri che intascare tangenti.
L’iniziativa, lentamente, sta arrivando in Italia. Ad Arona, in provincia di Novara, qualche vecchia cabina delle Telecom è già stata riutilizzata in nome della diffusione della cultura. Quanti vantaggi! Non ci sarà una cabina di metallo e vetro da gettare dei rifiuti e si può trovare, camminando per strada, un titolo dimenticato o cercato da tempo. Ora questa bella idea tocca una grande metropoli, la più grande, la capitale. Il comitato del quartiere romano Torresina ha avviato il progetto che partirà ad ottobre. Antonio Giustiniani, coordinatore del progetto, ha spiegato a comune-info.net che i libri saranno timbrati e che per i primi tempi le cabine-biblioteca saranno sorvegliate.
Se in biblioteca si va appositamente, con questo sistema sarà possibile avvicinarsi alla lettura anche “per caso”, passeggiando per strada. Almeno questo è l’auspicio.