La donna nell’Ottocento
Berthe Morisot. Le luci, gli abissi di Adriana Assini edito da Scrittura & Scritture è l’ultimo romanzo storico dell’autrice. Anche in questa affascinante storia, come in tante altre ideate dalla scrittrice, tutto ruota attorno ad una donna. Berthe Morisot, la protagonista, è una giovane intraprendente e caparbia, che è passata alla storia come l’unica donna tra i pittori impressionisti. Siamo nella seconda metà dell’Ottocento, in un periodo in cui le donne non avevano particolari libertà. Tra le tante restrizioni, non potevano neanche accedere ai corsi di pittura in Accademia, riservati esclusivamente agli uomini. Grazie al supporto della famiglia e al suo carattere, alla determinazione e all’ innata curiosità, Berthe Morisot partecipa fin dall’inizio alla crescita del movimento impressionista, carpendo dai suoi colleghi tecniche spunti.
Il romanzo di Adriana Assini è un viaggio affascinante nella Parigi dell’epoca, patria della modernità, dell’arte e della bella vita. In questa cornice si muovono gli Impressionisti, nomi del calibro di Manet, Degas, Pissarro, Monet, Renoir, giovani pittori con il desiderio di rivoluzionare il linguaggio artistico. Tra loro c’è la giovane Berthe Morisot, desiderosa di rendere la pittura parte integrante della sua vita.
Berthe Morisot. Le luci, gli abissi di Adriana Assini narra la storia e le vicende di Berthe, segnate da oscuri tormenti, passioni nascoste e amicizie indissolubili, che segnano la vita di una figura avvolta nell’ombra ma che il tempo ha restituito alla luce.
Adriana Assini è una scrittrice e acquerellista di fama internazionale. Ha al suo attivo numerosi romanzi storici, la maggior parte dei quali hanno le donne come protagoniste. Tra i tanti lavori ne ricordiamo alcuni editi da Scrittura & Strutture tra cui Le rose di Cordova, romanzo storico su Giovanna La Pazza , Un caffè con Robespierre (vincitore di diversi premi), Agnese, una Visconti, La spada e il rosario, La primavera dei Medici e tanti altri.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche battuta con l’autrice a cui abbiamo chiesto di svelarci le caratteristiche dei personaggi femminili dei suoi romanzi.
Berthe Morisot. Le luci, gli abissi di Adriana Assini
Lei è una delle scrittrici di romanzi storici italiani più note. Quando ha capito che questa sarebbe stata la sua strada?
Dal primo romanzo, poiché ho puntato subito e senza tentennamenti sul genere storico, seguendo il mio innato trasporto per il passato, con il gusto per le rivisitazioni dei fatti noti e meno noti quando a supportarle sono buone ragioni e validi argomenti.
In Berthe Morisot. Le luci, gli abissi, la protagonista è una donna, così come in altri suoi romanzi. Quando sceglie un soggetto femminile per le sue storie, c’è una caratteristica principale che ricerca? Non so, l’emarginazione sociale, il talento artistico, l’esuberanza caratteriale?
Il mio tributo incondizionato va alle donne dalla personalità decisa, quelle che non si arresero davanti a chi era più forte di loro, ma che lottarono in nome dei loro principi e per veder affermati i loro diritti, indipendentemente dagli ostacoli e dai pericoli incontrati sul loro cammino. In Giovanna di Castiglia e Agnese Visconti, per esempio, ho apprezzato il coraggio d’infrangere le ferree regole del loro tempo e di accettarne con indomita fierezza le tragiche conseguenze. Di Giulia Tofana, ho amato senza riserve la sua estrema sfrontatezza nello sfidare le leggi del Cielo e della terra in legittima difesa delle altre donne. In quanto a Berthe Morisot, è stato fin troppo facile per me innamorarmi della sua sdegnosa indipendenza, del suo grande amore per l’arte e della sua ostinazione a voler essere non una “pittrice della domenica”, bensì una professionista vera, a dispetto dei pregiudizi sociali che all’epoca ancora relegavano le donne nell’ambito del focolare domestico, additando al pubblico disprezzo quelle che sceglievano un mestiere considerato a esclusivo appannaggio degli uomini.
Berthe Morisot è l’eroina del suo libro, perché ha scelto di raccontare la sua storia? C’è stato un aneddoto, una notizia che l’ha colpita?
Mi sono interessata a Berthe per la prima volta ormai tanti anni fa, ma ne ho rimandato a lungo la conoscenza più approfondita per dare spazio a progetti precedenti. Volevo saperne di più su quell’unica donna che, noncurante dei pettegolezzi, avesse scelto di far parte di un gruppo di pittori piuttosto chiacchierati, e questo, nella seconda metà del XIX secolo, quando la società, conservatrice e anche bigotta, non era ancora pronta ad accettare l’emancipazione femminile nelle sue varie forme. Nemmeno in una città moderna e aperta al nuovo come Parigi. M’incuriosiva, inoltre, che ad andare controcorrente, per esempio sposandosi a un’età alquanto inconsueta per il tempo in cui visse, fosse una giovane proveniente da una famiglia borghese, educata secondo le rigide convenzioni dell’epoca.
Lei è un’amante dell’arte, le piace dipingere e la sua passione sono gli acquarelli. La pittura, secondo lei, contribuisce a creare nella sua fantasia atmosfere e personaggi?
Sono convinta che il mio sodalizio con i colori e con i pennelli abbia un ruolo non secondario durante la stesura dei miei romanzi. Al momento, infatti, di ridisegnare gli scenari dell’epoca narrata, mi fornisce alcuni strumenti utili per ridisegnare ciò che è andato perduto o che è stato dimenticato, dai paesaggi urbani agli interni delle case, dalle voci dei protagonisti ai rumori nelle strade, con un’attenzione particolare alle tinte, e senza trascurare i tanfi o i profumi. Ecco allora che le immagini delineate dalla mia fantasia si traducono in parole e, in un gioco di rimandi, le stesse parole restituiscono poi le immagini al lettore. In perfetta osmosi.
C’è un personaggio femminile che ha descritto nei suoi romanzi e a cui si è particolarmente legata? Se sì, perché?
Le amo proprio tutte le mie donne. Le ho tolte dalla polvere in cui erano scivolate nel corso dei secoli e ne ho riportato la confortevole impressione che me ne siano ancora grate.
Relativamente ai suoi romanzi, qual è il complimento più bello che ha ricevuto?
Domanda difficile, perché lettrici e lettori sono spesso molto generosi con i miei romanzi. Volendone, comunque, sceglierne uno, ricordo volentieri il commento di una lettrice appassionata: nonostante l’ora tarda, la sera prima non era riuscita a staccarsi dalle pagine di “Giuliano e Lorenzo. La primavera dei Medici” (stavolta un romanzo al maschile), e così, pur di arrivare alla fine, aveva poi visto spuntare l’alba. Non paga, chiedeva se ci fosse un seguito, presa già da forte rimpianto per la storia dei mitici fratelli