Silvio Berlusconi ha compiuto ottantacinque anni e per il suo compleanno avrebbe desiderato, nemmeno tanto di nascosto, di ricevere un “regalo” molto particolare: la promessa di elezione a Capo dello Stato alla scadenza dell’ultimo semestre di carica di Sergio Mattarella.
Purtroppo per lui questa promessa non è arrivata, o per lo meno non è arrivata pubblicamente ma poi ciò che accade nelle riunioni ‘pre-conclave- di preparazione all’elezione del 13° Presidente della Repubblica italiana non lo sapremo mai e ce ne renderemo conto solo con le Camere convocate in plenaria quando le trattative si faranno più ferventi.
Sta di fatto che la candidatura di Silvio Berlusconi al Colle è ritenuta da più parti ancora troppo divisiva soprattutto in ragione del fatto che ancora procedimenti giudiziari a suo carico vanno avanti e non accennano a concludersi, trascinandosi stancamente da anni ed anni ormai.
La storia di Berlusconi è di conoscenza pubblica, ormai, da tanti anni e le sue vicissitudini imprenditoriali e umane hanno fornito copertine e copertine a giornali e magazine italiani ed esteri; non dimenticando il cinema che gli ha ‘dedicato’ più di un film e la sua cara TV che non ha lesinato fiction in cui la sua figura attraversava più di una puntata della storia.
Berlusconi al Quirinale?
Questo perché, piaccia o meno, Berlusconi è ormai un pezzo di storia italiana.
Certo, molti storceranno il naso a questa affermazione ma basta leggere le cronache e riguardarsi il film degli ultimi trenta/quaranta anni per capire facilmente che da imprenditore prima e da politico poi, come da indagato e da imputato il leader della destra moderata italiana è sempre presente.
Indubbiamente l’elezione alla più alta carica dello stato non è cosa di tutti i giorni e le tante pendenze giudiziarie pesano e non poco come anche il fatto di essere inviso anche ad alcuni poteri internazionali che nel momento della sua carica a Presidente del Consiglio non hanno mai lesinato di sottolineare come egli fosse una personalità sui generis per loro.
Non staremo qui a tracciare le lodi di Berlusconi, non ha bisogno che lo facciamo noi essendo uno dei maggiori editori italiani; né siamo qui a fare le pulci e alzare lamenti indignati alla sola ipotesi che possa andare a sedere nel palazzo che fu dei Papi ed ora ospita la Presidenza della Repubblica. Stiamo solo dicendo che è un’ipotesi concreta in campo.
Berlusconi perché
La candidatura di Berlusconi da parte della destra è accolta con sorrisini beffardi dalla sinistra istituzionale, con un errore di fondo: quella dell’imprenditore lombardo potrebbe essere solo una mossa tattica dello schieramento della destra italiana e poi la sinistra avrebbe dovuto capire che il tasto della demonizzazione di Berlusconi non ha pagato e non pagherà.
La sinistra, dal canto suo, non ha ancora scoperto le proprie carte e non ha lasciato trapelare nomi su cui puntare ma solo commenti sulla candidatura Berlusconi che lasciano sottintendere che questa sarebbe un malcelato tentativo da parte del Presidente di Forza Italia di sottrarsi in qualche modo ai procedimenti giudiziari, come al solito.
In realtà il ‘gioco politico’ sta sopravanzando la sostanza e tutti i contendenti ne sono assolutamente consci, perché è ben lontano ancora il momento in cui si sveleranno i cavalli veri su cui gli schieramenti punteranno per contendersi la massima poltrona.
Quanto alla voglia di Silvio Berlusconi di sottrarsi a processi che lo coinvolgono sembra tutto più una boutade abbastanza estemporanea per ovvi motivi: i processi sono già incardinati e comunque sono procedimenti che vanno avanti da anni senza grande costrutto finale.
Magari, forse, sarebbe anche il caso di valutare se è veramente produttivo spendere così tanti soldi pubblici ancora in questa sorta di accanimento giudiziario forzoso verso una persona ottuagenaria ormai, al netto degli errori che questi abbia potuto commettere.
Sarà, alla fine, Mario Draghi il nome su cui convergerà la scelta? Chissà. Ai posteri l’ardua sentenza.