Gli ultimi anni per l’Italia, soprattutto quella centrale, sono stati costellati da pesanti terremoti che hanno devastato interni centri abitati e messo in ginocchio intere cittadine. Tante persone hanno perso familiari, lavoro e case in questi tragici sismi ma oltre ai danni fisici che sono incalcolabili, c’è un altro aspetto che può essere definito irreparabile: i danni ai beni culturali.
Proteggere i beni culturali, un progetto primo in Italia
Il terremoto dell’Aquila e quello del centro Italia hanno avuto un effetto devastante sul patrimonio culturale della zona. A fronte di beni salvati dalle macerie, sono altrettante le chiese secolari rese inagibili, tanti i palazzi storici che non potranno essere visitati e tante le statue che non si sono salvate dal sisma.
Il discorso sulla salvaguardia dei beni culturali (soprattutto nei casi di terremoto) va avanti da molto tempo e tante soluzioni sono state proposte al fine di risolvere questo problema davvero importante nel nostro Paese che fa della storia e beni culturali una parte fondamentale del “proprio essere”. Nella giornata di oggi alle ore 18, presso il maestoso Duomo di Orvieto, però, è stato inaugurato e mostrato al pubblico un progetto unico nel suo genere.
L’obiettivo di questo progetto è quello di proteggere le due statue che dopo ben 100 anni sono tornate nella loro “casa madre”. Le due opere sono state realizzate dall’artista Francesco Monchi con i nomi di “Angelo annunciante” e “Madonna annunciata” intorno al 1600. Le due statue sono protagoniste del progetto visto che da oggi in poi saranno di nuovo nel Duomo ma sistemate su due innovativi basamenti antisismici.
Il progetto, chi lo ha realizzato?
Basamenti antisismici, una novità ed un’invenzione che farà da apripista per i sistemi antisismici non solo italiani ma anche mondiali. Dietro questo immenso lavoro di progettazione c’è l’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e Antonio Coscia (inventore e scienziato già autore di diverse invenzioni come un dispositivo in grado rilevare le accelerazioni lineari).
Ed è proprio con lui che, durante l’evento di inaugurazione, abbiamo avuto il piacere e l’onore di poter porre qualche domanda ad Antonio Coscia, tra la sua ammirazione per Tesla e le origini del suo rapporto con ENEA
Quando nasce questo progetto per le statue di Francesco Monchi?
“Tutto inizia circa cinque anni fa con l’invenzione di un dispositivo in grado di rilevare le accelerazioni lineari in maniera molto precisa e addirittura con comparazione nello stesso istante della rilevazione sismica stessa per proteggere beni e salvaguardare le persone. Dopo anni di duro lavoro e spese autofinanziate, sono riuscito a mettere a punto una macchina (brevettata) capace di dare un contributo per la rilevazione anticipata di un sisma salvaguardando persone e beni fisici e grazie ad un caro amico (che ha sempre creduto in me), ho avuto un appuntamento al Centro ENEA Casaccia a Roma solo per presentare questo dispositivo inventato con il prof. ing. Gerardo De Canio. Il professore ha trovato interessante il dispositivo e dopo circa due anni di lavoro e di prove varie, il mio dispositivo elettronico per la rilevazione sisma è stato installato per il controllo e gestione delle basi antisismiche progettate interamente dal prof. ing. De Canio stesso a tutela delle statue della natività del 1600. Il mio sogno, dopo tante peripezie ed essere stato anche definito come ciarlatano e millantatore, si è così avverato grazie al Professore De Canio e anche a voi di CinqueColonne che due anni fa avete creduto in me a differenza dei vostri colleghi di altre testate scientifiche mi hanno quasi deriso perché sembrava fantascienza. Grazie!”.
Che lavoro è stato fatto in merito a questo progetto?
“Il lavoro svolto per questo progetto è da lodare ma credetemi veramente. Si è partiti inizialmente da uno studio certosino a monte svolto dal prof. ing. Gerardo De Canio che ha progettato interamente le piastre antisismiche dei basamenti delle statue ed in sinergie io ho progettato e realizzato tutta l’elettronica di rilevazione, comando e gestione. Questo lavoro è il primo lavoro ufficiale(anche se altri sono stati realizzati solo in laboratorio) in Italia e nel mondo. Abbiamo lavorato con gioia e pazienza certosina, pensate che l’unità di controllo dopo averla collaudata inizialmente credetemi l’ho rifatta per ben altre quattro volte sempre per raggiungere i massimi livelli di sicurezza e prestazioni. Il professore posso confermare che è stato sempre operativo anche nei momenti non lavorativi e di vita privata. Tutto questo per la passione della scienza ed i risultati sono arrivati con grande successo all’obbiettivo finale”.
Quanto lavoro c’è dietro a questo progetto?
“Il lavoro dietro a questo progetto è di cinque anni circa per lo studio e ricerca, invece la commessa ufficiale da parte del Duomo di Orvieto è dell’anno scorso ma ci è sembrato il tempo di volar via velocemente, questo perché è stato studiato e realizzato tutto con passione e dedizione al lavoro stesso. Colgo l’occasione per ringraziare i responsabili del duomo e precisamente il dott. Prefetto Gianni Bellesini ed il segretario Cav. Giuseppe Mearilli”.
Il successo di questo lavoro, quali benefici poterà per i sistemi antisismici italiani?
“Il beneficio principale è quello di ‘’ PREVENIRE, PRESERVARE, PROTEGGERE’’ beni di inestimabili valori, garantito da un guardiano che non dorme e non si stanca mai ed estremamente affidabile e sono sicuro che questo sistema prettamente ITALIANO lo troveremo prossimamente e sicuramente in tutto il mondo. L’Italia principalmente è ricchissima di opere d’arti, per cui preservarle da danni fisici è una garanzia per la nostra patria per trasmettere e da far conoscere ai posteri, il talento e il valore professionale dei grandi artisti del nostro passato”.
Ci sono progetti futuri per Antonio Coscia?
“Certo che ci sono progetti futuri, tanto che sono già al lavoro per perfezionare e adattare questo stesso sistema di rivelazione sisma per l’uso civile. Mi mortifico tanto quando sento che ci sono stati dei morti causati dai terremoti. Ci tengo a precisare che con questo non voglio peccare assolutamente di presunzione, ma so che cosa sto dicendo e cosa sto realizzando, il tempo farà il resto. Inoltre ho fatto delle interessanti scoperte sull’energia alternativa, sulla sicurezza dell’uomo ed in particolar modo sulla salute umana che viene bombardata in ogni istante dal nemico invisibile ossia l’inquinamento elettromagnetico. In conlcusione, dedico questa mia invenzione a mio padre che non è più presente ed inoltre al grande maestro e scienziato Tesla, grazie”.