20 maggio 2018 il Benevento Calcio retrocede, dopo un anno nella serie A, in serie Cadetta. Sconfitti? Depressi? Amareggiati? Macché, ogni beneventano si è sentito orgoglioso di aver vissuto quel momento. Una piccola città era riuscita a confrontarsi e tener testa a chi da sempre veleggia nell’impero del calcio. Lo stesso orgoglio che trasferirono i soldati sanniti vittoriosi, duemilatrecento anni fa, alle genti rimaste nella città protetta dalle mura, quando raccontarono di come avessero sconfitto i potenti romani, sottoponendoli alle Forche Caudine, ben sapendo che non avrebbero potuto reggere a lungo allo strapotere romano.
Benevento, nella cui anima scorre, oltre al sangue del Sannio, anche quello di Roma e Longobardo, deve il suo nome ad una delle più famose battaglie dell’antichità, in cui i romani sconfissero gli elefanti di Pirro re dell’Epiro. Grati alla città di Maleventum, per aver portato loro grazia, la ribatezzarono col benefico nome attuale.
Secondo una leggenda popolare, la città fu fondata dal guerriero greco Diomede che arrivò in Italia in seguito alla distruzione di Troia, portando con se la famosa zanna del Cinghiale Calidonio, oggi simbolo di Benevento. Di sicuro fu abitata sin dai tempi più antichi ed ebbe la sua massima espansione durante il periodo Sannita. inseguito fu città Romana, Longobarda e Pontificia. L’alternarsi di tutti questi domini e sopratutto la secolare presenza dello storico Ducato longobardo, ha lasciato a Benevento una forte eredità culturale, ed oggi la città vanta un patrimonio storico, artistico ed archeologico di grande rilievo.
Famosa per le Streghe, di cui abbiamo parlato nello scorso articolo, Benevento ( patria del liquore Strega), è posta in una valle e attraversata dai fiumi Calore e Sabato; da essa si possono scorgere, ad ovest, le cime del massiccio del Taburno- Camposauro, la Dormiente del Sannio, ad est, le pendici dei monti Dauni, a nord- ovest, il Monte Mutria ed il Matese, e a sud il Partenio.
Il centro storico della città non è molto esteso ma sono diversi i luoghi di interesse ed è molto piacevole passeggiare sul lungo corso che attraversa la città, circondato di bar, locali e negozi. La visita della città non può non iniziare che dal trecentesco Duomo intitolato a Santa Maria de Episcopio per proseguire verso l’Arco di Traiano. Durante il periodo longobardo l’arco di trionfo fu inglobato nella cinta muraria e prese il nome di Porta Aurea.
Non da meno il teatro Romano edificato agli inizi del II secolo per volere di Adriano. Ancora oggi la sua ottima acustica permette di organizzare eventi musicali e teatrali soprattutto nel periodo estivo. Nella piazza principale troviamo la Chiesa di Santa Sofia con relativo campanile, che grazie anche all’aspetto intimo e raccolto, è entrato a far parte dei beni UNESCO. Nella parte alta della città si trova Rocca dei Rettori, il castello di Benevento: qui è ospitata la Provincia di Benevento ed il il Museo del Sannio. Se la storia e l’arte esprimono la cultura ed il carattere di un popolo, sicuramente è grazie alla gastronomia, che ne respiriamo l’essenza ed il calore dell’anima.
E’ stando seduti, con la gente del posto attorno un tavolo, tra battute, racconti, ironia, musica, e buona cucina che si imbriglia la bellezza di quel popolo.
La gastronomia di Benevento è rigorosamente d’entroterra, ama la pasta a mano, i sughi di carne, i salumi e le verdure. Mai dimenticare di assaggiare la carne di maiale con i peperoni di Benevento, i prosciutti di Pietraroja, i funghi di Cusano Mutri, i carciofi di Pietrelcina, i taralli di San Lorenzello oppure i mugnatielli: involtini di interiora di agnello conditi con aromi e spezie, perché sarebbe un delitto contro il gioir del palato.
Se storia ed arte dimostrano il carattere, il cibo l’essenza dell’anima, il vino è lo spirito di un popolo. Ed i vini del beneventano, dall’Aglianico alla Falanghina, sapienti miscele di vitigni autoctoni, sono l’ottimo esempio sulla veridicità di queste parole.