Se qualcuno ancora crede che i nostri primi valori fondanti debbano essere l’onestà e il rispetto per la legalità ed il bene pubblico, evidentemente si sbaglia. Se ci si ostina anche a pensare che non è la rimozione, ma semmai l’installazione di simboli cattolici nelle scuole laiche della Repubblica a dover richiedere esplicite giustificazioni, allora è proprio un inguaribile ‘ideologista’
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A proposito dell’esagerato clamore mediatico e non, dovuto alla rimozione di due statuine della Madonna sistemate nella scuola elementare “Nicola Sala” di Benevento non posso che esprimere disappunto ed un conclamato senso di vergogna per genitori e parroci protagonisti di questa storia che ha attirato l’attenzione passiva e acritica della stampa locale e di scandalizzati e stizziti inutili idioti, nell’accezione di Dostoevskij. Che dire ? L’Italietta dei padre Pio, del sangue di san Gennaro e delle apparizioni, che fa della religione non un valore spirituale personale ma un principio ‘culturale’ teocratico da estendere de iure a tutta la cittadinanza, ha colpito ancora : i genitori della scuola «Nicola Sala» di Benevento, guidati dal parroco della zona, raccolgono firme per chiedere alla dirigente scolastica il motivo della ingiustificata (che tale non è) rimozione di due madonnine dai locali scolastici. Ma il parroco non ha la visibilità adatta per sollevare lo ‘scandalo’ a livello istituzionale, così i genitori (udite, udite !) si sono procurati l’appoggio del politico più in vista nel beneventano, l’ex presidente del Consiglio regionale campano Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella, tuttora consigliere regionale e protagonista di vicende giudiziarie note.
Ed ecco come la Lonardo si scaglia contro la decisione della dirigente scolastica: «Il problema, come è ovvio non è certamente di ordine confessionale ma segnatamente culturale. Si tratta di difendere le nostre radici, le nostre tradizioni, prima ancora delle convinzioni religiose. (Revival folcloristico al pari di pizza e spaghetti ? n.d.r.).Specialmente in un momento così delicato. Non comprendo come si possa giungere a un tale gesto che nulla ha a che fare con il confronto (?) tra diverse idee e diverse convinzioni religiose. Sono ancor di più amareggiata e preoccupata – continua – perché tale gesto di vera incultura ideologica si sarebbe consumato all’interno di una scuola elementare, ovvero dentro una istituzione che ha come suo primo compito quello educativo, una istituzione che dovrebbe innanzitutto promuovere i principi universali del dialogo, della tolleranza, della vera libertà religiosa.(?) Una istituzione che dovrebbe preoccuparsi di promuovere i valori fondanti della nostra civiltà ».
Se qualcuno ancora crede, ingenuamente, che i primi valori fondanti della nostra civiltà debbano essere l’onestà e il rispetto per la legalità ed il bene pubblico, evidentemente sbaglia di grosso. Se poi si ostina anche nel pensare che non è la rimozione, ma semmai l’installazione di simboli cattolici nelle scuole laiche della Repubblica a dover richiedere esplicite giustificazioni (che comunque non ottengono il placet della Costituzione, ma sono – come nel caso dei crocifissi – il residuato di obsolete circolari risalenti al fascismo), è proprio un inguaribile ideologista.
Solo da noi l’imposizione a tutti i cittadini di emblemi dello stato extracomunitario del Vaticano viene percepita come affermazione della libertà religiosa. Ma d’altronde è anche vero che solo da noi, inquisiti e condannati ottengono tanti voti da essere eletti in Parlamento o nelle amministrazioni pubbliche. Sandra Lonardo e le statuine mariane della scuola beneventana hanno l’innegabile pregio di sintetizzare, in una sola e marginale vicenda, le abnormi contraddizioni degli italiani.
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Comunicato a cura di:
Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia
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