La figura dell’avvocato ai giorni nostri
Benedetto Avvocato di Antonio Di Santo edito da Echos Edizioni è un libro che racconta la contemporaneità, mostrando uno spaccato del nostro popolo, molto prezioso dal punto di vista storico e antropologico, il tutto condito da un velo di palpabile ironia.
Il protagonista delle storie assomiglia in tutto e per tutto all’autore del libro, che nel tempo ha iniziato a interrogarsi sulla sua professione, scoprendo nuove sfumature e peculiarità. L’obiettivo del libro, infatti, è quello di allontanare il lettore dalla visione tradizionale della figura dell’avvocato per restituire un’immagine più viva e aderente alla realtà. Oggi, per esempio, l’avvocato è diventato quasi un confessore, ci si rivolge a lui per dare sfogo alle afflizioni quotidiane e trovare un saldo punto d’appoggio, umano e professionale.
Il libro è spassoso e divertente, è forgiato sul sentire, sui valori e sull’esperienza diretta del suo autore, l’avvocato Antonio Di Santo.
“BENEDETTO AVVOCATO” di Antonio Di Santo
Grazie alla disponibilità dell’autore, in questa intervista vi raccontiamo la genesi del libro e il messaggio che Antonio Di Santo ha voluto lanciare al pubblico di lettori con le sue storie.
“BENEDETTO AVVOCATO” è il suo libro d’esordio. Quando ha deciso che era arrivato il momento di pubblicare? C’è stato un fatto, un evento che l’ha spinta alla decisione?
La pausa forzata imposta dal lockdown è stata l’occasione giusta e propizia per dare attuazione a quello che fino ad allora era stato solo un progetto che avevo in cantiere anche per onorare la figura di mio padre, e a cui dare attuazione a fine carriera professionale. Il tempo a disposizione e i continui stimoli giunti da un caro amico, DR. Michele Selvaggio, purtroppo deceduto poco prima che venisse terminato e pubblicato il libro.
Il suo libro è una raccolta di esperienze di vita reale, che lei ha collezionato nell’arco di tutta la sua carriera lavorativa. C’è un episodio particolare che l’ha maggiormente colpita e che riporta nel suo libro?
Ho preso spunto da fatti realmente accaduti per costruire, a volte intrecciandoli fra loro, con fantasia episodi piacevoli che rendessero il tutto più fruibile e simpatico.
Sono tutti episodi che hanno lasciato in me una forte esperienza valoriale oltre che professionale.
Particolarmente emozionanti perché in quel periodo particolare della mia vita, chiuso tra le quattro mura di casa, ho rivissuto momenti importanti della mia vita professionale accompagnati da mio padre, anche lui avvocato. Durante la scrittura delle pagine del mio libro, a volte, dovevo fermarmi perché le emozioni diventavano ingestibili.
Una caratteristica di BENEDETTO AVVOCATO” è il timbro umoristico, che rende il libro particolarmente originale. L’umorismo ha sempre fatto parte della sua scrittura oppure il libro è stato un banco di prova?
La fase di scrittura prende vita in un periodo storico infelice, la pandemia prima e la guerra in Ucraina poi sono eventi che inducono a ricercare momenti di spensieratezza e leggerezza. Il mio regalo per il lettore è quello di voler far comparire un sorriso spontaneo sul viso durante la lettura. Molti mi chiamano e mi ringraziano per averli fatti divertire e sorridere.
Ho voluto raccontare le problematiche che affliggono la società contemporanea con un taglio ironico, e quindi leggero. Chi si rivolge ad un legale, di solito, ha un problema da affrontare, vuoi che sia la fine di una relazione sentimentale, vuoi che sia un problema di tossicodipendenza o di convivenza condominiale e tanto altro ancora. Tante maschere che fanno ingresso nell’enorme teatro rappresentato dalle aule del tribunale in modo diverso.
Proviamo a dare qualche indicazione in più ai lettori. C’è un messaggio, una riflessione che ha voluto trasmettere al pubblico con i suoi racconti?
Almeno due sono i messaggi che ho voluto lanciare. Il primo è che l’avvocatura riveste quasi un ruolo sociale negli ultimi anni che l’ha trasformato in un soggetto che opera in un territorio a statuto speciale tra legge e psicologia.
Il secondo è come la pandemia, la paura del contagio ci hanno fatto riflettere sulla bellezza delle piccole realtà provinciali.Trasmettere quanta ricchezza sia possibile respirare in questi luoghi da dove, generalmente, soprattutto i giovani, tendono a scappare perché i servizi garantiti sono pochi o perché non si vedono possibilità di sviluppo. Abbiamo sempre sottovalutato le potenzialità di questi territori dimenticati, come spesso accade in Italia, alzare i tacchi e andare via è sembrata l’unica via d’uscita. In realtà in questi territori le possibilità sono infinite, soprattutto per la necessità intrinseca in questi luoghi nell’essere umano di associarsi ed essere comunità, di vivere con lentezza e assaporare ogni attimo che ci offre la vita quotidiana.
Messaggi trasmessi attraverso i due protagonisti: la professione di avvocato e la provincia.