A quarant’anni e dopo diversi film, Pier Giorgio Bellocchio calca il red carpet per la prima volta con un ruolo da protagonista assoluto. E lo fa alla 72° Mostra del Cinema di Venezia con il film Sangue del mio sangue, firmato Marco Bellocchio.
“Il film tratta argomenti molto privati della vita di mio padre, attraversa le epoche e arriva fino ai nostri giorni, vedendo cambiare ogni cosa intorno a noi. Io sono Federico Mai, soldato di ventura del 1600 tornato a casa per capire e indagare le ragioni che hanno spinto il gemello sacerdote a suicidarsi. E poi sono anche un suo lontano erede contemporaneo, un ispettore del demanio che si scontrerà con se stesso, con i propri fantasmi e con l’attore Roberto Herlitzka sullo sfondo di un paese dove tutti si conoscono e tutti fanno finta di non conoscersi.”
Quello tra Marco e Pier Giorgio è un legame in cui vita privata e professionale si sono intrecciati sullo sfondo di un comune grande amore: il cinema.
“Io e Marco, io e mio padre abbiamo trovato nel fare cinema insieme quel terreno sul quale costruire e sviluppare il nostro rapporto umano e affettivo prima ancora che professionale. Proprio lì sul ‘Set’ tra un ciak e l’altro abbiamo vissuto gli scontri più epici e generazionali e attraverso questi, negli anni siamo arrivati alla complicità, all’intesa, alla collaborazione totale, una fiducia reciproca e un affetto collaudato e solido frutto di un lungo e difficile ma stupendo percorso di vita insieme. In Sangue del mio Sangue questi intrecci e sovrapposizioni di storie famigliari e di relazioni umane si consumano e sviluppano per centinaia di anni in questo esempio di libertà cinematografica.”
Sinossi breve
Federico, un giovane uomo d’armi, viene sedotto – come il suo gemello prete – da suor Benedetta, che verrà condannata ad essere murata viva nelle antiche prigioni di Bobbio. Nello stesso luogo, secoli dopo, tornerà un altro Federico, sedicente ispettore ministeriale, che scoprirà che l’edificio è ancora abitato da un misterioso conte, che vive solo di notte.
Note biografiche
Pier Giorgio debutta sul grande schermo come attore appena bambino in due film del padre Marco, Vacanze in Val Trebbia (1980) e Salto nel vuoto (1980). Torna a recitare sempre per Marco Bellocchio ne La balia (1999) e in Buongiorno, notte (2003), a cui seguono Radio West di Alessandro Valori (2003), Melissa P. di Luca Guadagnino (2005), Vincere di Marco Bellocchio (2009), La pecora nera di Ascanio Celestini (2010), È stato il figlio di Daniele Ciprì (2012), Bella addormetata di Marco Bellocchio (2012) e Sorelle Mai (2011). Interprete in diverse fiction Al di là delle frontiere di Maurizio Zaccaro; La figlia di Elisa – Ritorno a Rivombrosa di Stefano Alleva; A fari spenti nella notte di Anna Negri. Molti i ruoli ricoperti in teatro: nel 2011 è il protagonista de I pugni in tasca, adattato dal film omonimo di Marco Bellocchio per la regia di Stefania De Santis; nel 2013 dà corpo e voce ad Astrov nello Zio Vanja di Marco Bellocchio, con Sergio Rubini e Michele Placido, ed è Oreste in Oreste da Euripide regia di Filippo Gili con il quale porta in scena anche Porte Chiuse nel 2013, Una sera delitto. Una sera castigo, è protagonista con Sergio Rubini che firma anche la regia della rivisitazione del testo di Dostoevskij.