Il potere dei social network e la costruzione di identità virtuali, ma anche i temi del bullismo e della guerra nella mostra d’arte contemporanea Behind the curtain (Dietro il sipario) di Roberto Amorosoche si inaugurerà sabato 13 maggio alle ore 11,00, open day fino alle 23,00, nell’Underground Space della Galleria Dino Morra (Piazza Enrico De Nicola, 46, Porta Capuana – Ex Lanificio 59, fino al 27 luglio).
Venti le opere in esposizione che indagano sulla realtà come rappresentazione della propria immagine, sulla costruzione di maschere virtuali e sulle identità social, in un continuo scontro tra essere e apparire. La mostra si apre con tre dipinti in acrilico e stickers, dagli scenari apocalittici, dove vengono sovrapposti due linguaggi, il disegno digitale e la pittura, e prosegue con due opere sul narcisismo nei social realizzate con matite, acquerelli e stickers. Amoroso attinge poi ai mondi della politica e del web rivisitati come simboli massonici nell’installazione di dieci quadretti su strutture in legno dal titolo “The Community of nothing”. Nel percorso espositivo due light-box: la prima è unMemento Mori alle vittime del bullismo e del cyber bullismo, accompagnata da un wallpaper, la seconda riflette sull’attuale situazione bellica e il gioco di forze che i capi al potere conducono.
Tra le opere anche un video che racchiude l’intero lavoro di ricerca realizzato a quattro mani con Dario Amoroso, curatore delle musiche e del montaggio, con il contributo di Enzo Moretto, leader della band …A Toys Orchestra, autore del testo-manifesto recitato nel video insieme aFrancesca Pizzo cantante dei Melampus. Chiude la mostra uno specchio-gabbia, metafora della realtà che ci rende prigionieri della nostra stessa immagine.
Artista napoletano, che vive e lavora a Milano, Roberto Amoroso spazia dalle tecniche digitali a quelle più classiche con un approccio ipertestuale incentrato sulla relazione tra reale e virtuale. La sua arte è stata già apprezzata in molte realtà espositive, da quelle napoletane del Museo Madre e Galleria Annarumma, alla Permanente e il Mars di Milano, fino alla Biennale di Venezia, a Belgrado e in Serbia.