Barcellona è una delle città più visitate d’Europa, con un’industria turistica che negli ultimi anni ha conosciuto una crescita esponenziale. Questo boom, però, ha avuto un impatto significativo sulla città, con l’aumento dei prezzi degli affitti, la gentrificazione e la proliferazione di case vacanza che sottraggono alloggi ai residenti. Per contrastare questi fenomeni e tutelare la vivibilità della città, l’amministrazione comunale di Barcellona ha deciso di vietare le case vacanza entro il 2028. La misura, annunciata dal sindaco Jaume Collboni, prevede la revoca delle licenze per gli oltre 10.000 appartamenti attualmente adibiti a locazioni turistiche di breve termine.
Case vacanza, lo stop della città di Barcellona
L’obiettivo è quello di liberare il mercato immobiliare e di renderlo più accessibile ai residenti, che negli ultimi anni hanno visto i prezzi degli affitti schizzare alle stelle. Secondo le stime, infatti, il costo degli affitti a Barcellona è aumentato del 40% negli ultimi cinque anni, con un picco del 52% nella zona centrale della città.
L’altro grande problema legato alle case vacanza è la gentrificazione, che ha portato all’espulsione dai quartieri storici di molti residenti, sostituiti da turisti e seconde case. Questo fenomeno ha avuto un impatto negativo sulla coesione sociale e sull’identità stessa della città.
La decisione di vietare le case vacanza è stata accolta con favore da molti residenti, che vedono in essa un’occasione per migliorare la qualità della vita in città. Tuttavia, la misura ha anche suscitato le critiche di alcuni operatori turistici, che temono un calo del numero di turisti e un conseguente danno economico per la città.
Le alternative alle case vacanza
L’amministrazione comunale di Barcellona è consapevole che il divieto delle case vacanza potrebbe avere un impatto negativo sul settore turistico. Per questo motivo, ha intenzione di promuovere forme di turismo alternative e più sostenibili, come il turismo culturale, il turismo enogastronomico e il turismo verde.
Inoltre, l’amministrazione comunale investirà nella costruzione di nuovi alloggi sociali per i residenti e nella riqualificazione degli edifici pubblici.
Le altre città europee che combattono le case vacanza
Barcellona non è la prima città europea a prendere provvedimenti contro le case vacanza. In altre città, come Amsterdam, Berlino e Parigi, sono già state introdotte normative per limitare il numero di appartamenti adibiti a locazioni turistiche di breve termine.
La lotta alle case vacanza è una sfida complessa che richiede un approccio multidisciplinare e una collaborazione tra le diverse istituzioni coinvolte. Le misure adottate dall’amministrazione comunale di Barcellona rappresentano un passo importante in questa direzione, ma sarà necessario attendere i prossimi anni per valutare l’effettiva efficacia di questo provvedimento.
Oltre al divieto delle case vacanza, l’amministrazione comunale di Barcellona ha intenzione di:
- Incrementare i controlli sul rispetto delle normative relative agli affitti turistici
- Sanzionare i proprietari di appartamenti che non rispettano le regole
- Promuovere l’utilizzo di piattaforme di prenotazione online che rispettino le normative locali
La decisione di Barcellona è un segnale forte che le città europee non sono più disposte a tollerare gli effetti negativi del turismo di massa. È un invito a ripensare il modello di sviluppo turistico e a puntare su un turismo più sostenibile e rispettoso delle comunità locali.
Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay