I bambini siriani sono le prime vittime della guerra che da 12 anni sconvolge il loro Paese. Alcuni di loro non hanno mai conosciuto un contesto di pace ma solo bombardamenti e combattimenti. Come se non bastasse, lo scorso febbraio la Siria è stata scossa da uno dei terremoti più violenti degli ultimi tempi. L’evento calamitoso ha aggiunto disagio ad altro disagio, orrore ad altro orrore. I bambini, insieme alle persone anziane, sono la fascia più debole della popolazione, come possiamo aiutarli?
Come aiutare i bambini siriani?
La prima soluzione che viene in mente è l’adozione internazionale. Uno strumento che permetterebbe loro di allontanarsi dal teatro di guerra e condurre un’infanzia degna di tale nome, tra scuola e giochi. Eppure tale strumento, soprattutto in caso di calamità naturali, non è utilizzabile. Gli operatori del settore spiegano i motivi:
- i bambini hanno bisogno di stare in condizioni di sicurezza sì, ma in un ambiente a loro familiare
- in linea generale l’adozione di un bambino viene autorizzata o in caso di rinuncia da parte dei genitori o in assenza dei genitori o di parenti prossimi. In caso di calamità come quella del terremoto, è difficile stabilire il sussistere di queste circostanze. L’orientamento, dunque, è quello di individuare famiglie anche allargate o comunità sul luogo che possano prenderli in affido.
Pertanto il modo migliore per aiutare questi bambini è sostenere le comunità locali attraverso associazioni di volontariato che operano sul territorio. Prima di effettuare una donazione, però, è consigliabile verificare la serietà di tale associazione.
La primavera araba
La guerra in Siria, dicevamo, dura da 12 anni. È scoppiata nel 2011 nell’ambito delle ribellioni note come “Primavera araba”. La popolazione ha cercato, infatti, di rovesciare il governo di Bashar al Assad ma le forze governative sono riuscite a riprendere il potere su gran parte del territorio. I numeri dei primi dieci anni di guerra sono spaventosi:
- 350mila morti (1 su 13 un bambino)
- 5,5 milioni di rifugiati (3,5 milioni sono in Turchia)
- 6,5 milioni sfollati interni che hanno lasciato il Paese
- il 97% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà
- 2 milioni di bambini senza istruzione (il 40% sono bambine)
Il forte terremoto che nella notte tra il 5 e il 6 febbraio ha colpito sia la Siria che la Turchia sembra aver dato un colpo di grazia.
Gli schieramenti in guerra
Gli attori di questa guerra non sono solo il popolo siriano e il governo di Assad ma, con il passare degli anni, le due compagini si sono allargate.
Al fianco di Assad troviamo:
- Russia: sostiene il governo siriano sia a livello militare che diplomatico. Putin ha infatti fornito assistenza militare, equipaggiamenti e ha mediato per Assad presso le Nazioni Unite
- Iran: ha fornito assistenza militare, inviando milizie sciite, e finanziaria
- Hezbollah: l’organizzazione libanese Hezbollah, sostenuta dall’Iran, ha inviato combattenti per appoggiare il governo siriano nella guerra
Al fianco dei ribelli troviamo invece:
- Stati Uniti: hanno sostenuto diversi gruppi dell’opposizione siriana con assistenza militare e finanziaria, principalmente attraverso il programma di addestramento e supporto delle forze ribelli.
- Turchia: oltre a sostenere diversi gruppi ribelli dell’opposizione, ha fornito loro rifugio, assistenza e ha svolto un ruolo chiave nell’ospitalità dei rifugiati siriani.
- Arabia Saudita e altri Paesi del Golfo: hanno sostenuto finanziariamente e armato gruppi ribelli siriani.
- Stati membri dell’Unione europea: alcuni di essi hanno sostenuto l’opposizione siriana fornendo assistenza umanitaria, finanziaria e diplomatica.
- Organizzazioni internazionali: L’ONU e altre organizzazioni internazionali hanno giocato un ruolo nel cercare di mediare una soluzione politica al conflitto e nel fornire assistenza umanitaria alla popolazione colpita.
In copertina foto di Hands off my tags! Michael Gaida da Pixabay