A pronunciare l’espressione balli lenti cosa viene in mente? Per gli adulti di oggi, il pensiero corre immediatamente all’adolescenza. Le feste tra amici, in casa, dove la musica era la vera protagonista. Il ritmo della festa si reggeva sulle hit del momento. Si rompeva il ghiaccio ballando in gruppo, ragazze da un lato ragazzi dall’altro. Via via che la musica incalzava, gli indugi si rompevano, le distanze fra le due “fazioni” si accorciavano fino a scomparire in un unico gruppo. Era allora che il sapiente dj della serata percepiva che era arrivato il momento giusto per cambiare registro. Il momento in cui, cioè, un lento ci stava tutto.
I balli lenti della nostra gioventù
I balli lenti degli anni Ottanta non avevano coreografie, passi da imparare. Come insegna un fortunatissimo film dell’epoca “Il tempo delle mele”, bastava accostarsi al partner, abbracciarlo e seguire la musica con piccoli passi. A creare la giusta atmosfera ci pensavano le canzoni del momento. Il filone del lento, se così vogliamo chiamarlo, era alquanto corposo. Anche la band più rockettara e scatenata si lasciava tentare e nei suoi album non mancava mai un singolo dalle sonorità più struggenti.
Esistono balli proibiti?
Ben diverse le feste negli anni Sessanta. Erano gli anni della contestazione, di un forte scontro generazionale e il ballo era uno dei motivi di collisione. Strumento del diavolo per gli adulti, atto di ribellione per i giovani, il ballo era diventato non solo un momento di aggregazione ma anche di scoperta di sé. I balli proibiti ai quali viene iniziata Baby in “Dirty Dancing” rappresentano perfettamente una voglia di emancipazione dei costumi per la quale lottarono i giovani di allora.
Tango e valzer sono così demodé?
Se ballare un lento negli Ottanta significava abbracciare il partner e lasciarsi andare alla musica, nei Quaranta significava ballare il tango. Il ballo, nato nei bassifondi argentini, aveva iniziato a diffondersi anche in Europa. Il suo successo fu quasi scontato. Anche qui ci viene in aiuto il cinema con una splendida pellicola di Ferzan Ozpetek, “La finestra di fronte”, in cui l’anziano Davide ricorda le feste in casa tra amici durante le quali incontrava il suo amore segreto Simone.
E concludendo il nostro viaggio nel cinema a ritroso nel tempo arriviamo al ballo lento per eccellenza: il valzer. Il valzer è un ballo romantico ma senza alcuna pulsione erotica. Non a caso è il ballo che eseguono Angelica de “Il Gattopardo” e lo zio del suo promesso sposo. E’ anche il ballo in cui si lasciano trasportare don Vito Corleone, ne “Il Padrino”, e sua figlia Connie al matrimonio di quest’ultima. Ne “Il Padrino parte III” sarà Michael Corleone a ballarlo con la figlia Mary. Le immagini di questi balli saranno emblematiche per non solo per i singoli film ma per tutto il cinema.