Nell’articolo precedente abbiamo ricordato tutte le divinità legate al culto del vino e della fertilità, in questo invece, cercheremo di ricostruire le motivazioni che proibirono le celebrazioni delle feste in onore di Bacco. Nel 186 a.C a le Autorità romane considerarono «fuori legge» la pratica religiosa dei baccanali, che altro non erano che la versione romana dell’antico culto dionisiaco greco, festeggiato pubblicamente. Perché? Proviamo a cercare una risposta.
Nella Roma antica, tutti i culti religiosi erano sotto stretta sorveglianza. La maggior parte di questi rituali si praticavano pubblicamente in periodi dell’anno ben precisi, mentre quelli nuovi dovevano essere approvati preventivamente dai magistrati prima di essere praticati dalla collettività. Ciò consentiva alle Autorità di avere il controllo dei propri cittadini e di conseguenza dello Stato. Questo spiega l’atteggiamento violento che si utilizzò nei confronti dei baccanali. Tale culto si propagò contestualmente alla penetrazione della cultura ellenica a Roma, soppiantando per certi aspetti le feste pubbliche in onore di Liber e assumendo forme poco confacenti ai tradizionali costumi religiosi dei romani. Probabilmente fu proprio questo il motivo scatenante che nel 186 a.C vietò la celebrazione dei baccanali in tutta Italia.
E’ plausibile che si siano volute strumentalizzare le fasi «misteriche» del culto: le feste rituali a cui partecipavano uomini e donne vennero additate come feste orgiastiche durante le quali si commettevano anche violenze e stupri di massa; i rituali notturni vennero considerati alla stregua di riunioni clandestine per ordire complotti politici ai danno dello Stato. Ciò è quanto ci riporta Livio nella sua Ab Urbe Condita, ponendo la questione unicamente nei termini di differenza/conflitto tra i culti legati alla religione tradizionale e i culti legati a religioni considerate straniere, perché «importate» da altri popoli.
Probabilmente, però, la realtà va individuata nel fatto che il pericolo che ravvisavano le Autorità nei culti «misterici», consisteva innanzitutto nel fatto che i baccanali si facevano portavoce di una spiritualità nuova, che coinvolgeva tutti gli strati della popolazione e che tendenzialmente permetteva a tutti di riscattarsi nell’aldilà dalle sofferenze patite in terra e dalla condizione di umana miseria che molti vivevano. Era una sorta di ribellione onirica, virtuale, che, forse, avrebbe potuto risvegliare rivendicazioni sopite, ribellioni interiori soffocate, e questo era davvero un pericolo…Inoltre, come si dice, l’unione fa la forza e le masse che partecipavano ai culti misteri di Bacco aumentavano sempre di più e avevano raggiunto un numero di accoliti considerevole.
Secondo alcuni storici invece, tra cui la Pailler, lo scontro di religione, culminato con il divieto dei baccanali, aveva radici squisitamente politiche, strettamente legate ad ideologie faziose che vedevano contrapporsi da un lato i conservatori e dall’altro i filoellenici; questi ultimi, aperti a nuove culture e contatti con altri popoli, cavalcavano l’onda della diffusione della cultura ellenica a Roma per spingere la politica di Stato verso correnti di pensiero più innovative e liberali.
Dove sia la verità è ancora da chiarire anche perché, parlando di riti misterici e quindi segreti (unica e personale doveva essere l’esperienza del singolo con la divinità) siamo male informati e non abbiamo sufficienti testimonianze scritte sull’argomento…
Il nostro viaggio alla scoperta del vino continua e senza abbandonare i culti misterici ci spostiamo in Campania per dare sfogo alla nostra immaginazione, fantasticando su come si svolgevano questi riti…
Fonti:
– Alberto Armellin,L’ebrietas e il dionisismo;
– Sergio Ribichini, il rito segreto. Antichi culti misterici
– KorneliaIslerKerenyI, Il culto di Liber/Bacco nel mondo romano
– http://www.basilioperri.net/bibliografiabibliography/77-bacco-e-il-suo-culto-a-roma.html#_ftn8